Una impugnativa shock: 33 articoli su 48 della legge di stabilità approvata dall'ars, sono finiti sotto la scure del commissario dello stato. Non si era mai vista una bocciatura così sonora di una manovra finanziaria della regione siciliana. In realtà c'è poco da restare sorpresi: si sapeva che faceva acqua da tutte le parti. Lo avevano denunciato i giornali, il nostro con un certo anticipo e con dovizia di particolari, e anche le forze politiche all'ars.
L’impugnativa/ Sconfitti gli ascari: cassato il regalo di 15 milioni ai petrolieri
Una impugnativa shock: 33 articoli su 48 della Legge di stabilità approvata dall’Ars, sono finiti sotto la scure del Commissario dello Stato. Non si era mai vista una bocciatura così sonora di una manovra finanziaria della Regione siciliana. In realtà c’è poco da restare sorpresi: si sapeva che faceva acqua da tutte le parti. Lo avevano denunciato i giornali, il nostro con un certo anticipo e con dovizia di particolari, e anche le forze politiche all’Ars.
Con una legge simile davanti, il Prefetto Carmelo Aronica, non aveva scelta. Tra le 33 norme impugnate per mancanza di copertura finanziaria o perché in contrasto con la Costituzione c’è di tutto: da quelle che riguardano le partecipate a quelle sul fondo rischi ai residui attivi e passivi, fino agli aiuti alle coppie di fatto. Qui potete leggere il testo dell’impugnativa: un pugno allo stomaco dinnanzi a critiche che parlano di incongruenza, approssimazione, ignoranza e/o arroganza. Una ‘malafiura’ di proporzioni bibliche per il Governo e per chi ha votato questa manovra.
Ma anche una bella giornata per i Siciliani che oggi devono ringraziare il Commissario dello Stato per avere corretto le distorsioni che avrebbero pagato di tasca loro. Aronica, infatti, ha detto no ad una delle norme più vergognose che si siano mai viste. Parliamo dell’articolo 5 della Legge di Stabilità: quello che aveva introdotto uno sconto sostanziosissimo sulle royalties, portate dal 20 al 13%, a carico delle compagnie petrolifere che estraggono petrolio (o gas) in Sicilia o lo raffinano. Una norma voluta dall’assessore regionale alle Attività Produttive, Linda Vancheri, esponente di Confindustria Sicilia, appoggiata dal Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta e votata da 44 ascari in Aula. Il regalo ai petrolieri, quantificato in 15 milioni di euro all’anno, gridava vendetta in una Sicilia ridotta alla fame. O meglio giustizia. E la giustizia è arrivata.
Amareggia UN PO’ che sia stato il Commissario dello Stato ad opporsi e non tutti i deputati siciliani. Ma tant’è. L’importante è che qualcuno abbia pensato a difendere la Sicilia dall’ennesimo tentativo di saccheggio:
” Lart. 5 c. 2 si ritiene essere in contrasto con lart. 81 della Costituzione- scrive il Commissario dello Stato-
A sostegno, della cennata censura, si rileva che il legislatore dispone che laliquota di prodotto dovuta dal titolare di concessione di coltivazione di giacimenti di idrocarburi liquidi e gassosi e di gas diversi dagli idrocarburi sia ridotta dal 20% al 13%, ma non si preoccupa di quantificare le evidenti minori entrate e la conseguente copertura dellonere derivante.
Nella relazione tecnica non è fatto alcun cenno alle ragioni che hanno indotto il legislatore a tale scelta ed alle conseguenze sugli equilibri finanziari dei Comuni nei cui territori ricadono i giacimenti che, in virtù dellart. 13, 4° c. della L.R. 9/2013, hanno diritto ai due terzi dei proventi derivanti dalla suddetta aliquota
Si soggiunge, peraltro, che risulta inspiegabile come, a fronte di detta previsione legislativa, il relativo capitolo di bilancio 2612, presentava inizialmente una dotazione di 8.547 migliaia di euro in diminuzione rispetto al dato rendicontato nel 2012 di 10.232 migliaia di euro, mentre nel testo notificato a questo Commissariato, a seguito della approvazione definitiva, risulta aumentata a 15 milioni”.
Insomma, il regalino era stato inserito lì senza indicarne le ragioni (inconfessabili?) e, soprattutto, senza tenere conto dei conti dei Comuni. Incredibile.
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