Dieci anni di Briganti. È il nome dell’evento pensato per festeggiare l’inizio della decima stagione agonistica del club di rugby che ha sede a Librino. «Siamo partiti con l’idea di un piccolo laboratorio estivo – racconta Piero Mancuso, fondatore dell’associazione che dà nome alla squadra – ora gestiamo un vero club che partecipa ai campionati di tutte le categorie», dalle giovanili alla seniores. Per i festeggiamenti di sabato 16 settembre è prevista una partita amichevole, la presentazione di un libro, l’immancabile terzo tempo e pure un dj set. 

Il centro della festa sarà il campo sportivo San Teodoro, che da poco i Briganti hanno ottenuto in gestione dal Comune. «È il simbolo della forza che ci ha permesso di superare tutti gli ostacoli e raggiungere l’obiettivo di costruire un polmone di sport e cultura per il quartiere». Il club cerca altri 100mila euro per completare la ristrutturazione. L’idea iniziale era che «fosse l’amministrazione a occuparsi della struttura – spiega Mancuso –  Ma poi abbiamo capito che non ne aveva grande intenzione e ci siamo accollati le spese». Per trovare i fondi ancora necessari «avvieremo presto delle iniziative che coinvolgeranno non solo i nostri storici sostenitori». 

L’obiettivo per cui si batte la società è avere «un impianto sportivo più funzionale, che potrà aprire scenari diversi sia in ambito sportivo che organizzativo». Sul campo la squadra dovrà invece pensare «a conquistare la seconda salvezza consecutiva in campionato – la serie C1 – Contro l’élite delle formazioni siciliane». I giocatori che affronteranno la prossima stagione sanno presentati sabato pomeriggio, e scenderanno in campo in una partita amichevole contro la formazione giovanile under 18. Con inizio alle 16. Nel cartellone dei festeggiamenti segue la presentazione del libro Pedagogia della palla ovale. 

L’impegno verso i ragazzi del quartiere «è stata la scintilla che ha fatto partire il nostro progetto – continua Mancuso – Abbiamo proposto il rugby ai ragazzi di Librino proprio per i concetti educativi che questo sport è capace di veicolare». Lungo il percorso di crescita, «le difficoltà incontrate sono state innumerevoli». Ai furti, agli atti vandalici si è aggiunta pure «una certa ostilità che fa parte della sfida quando si cerca di costruire un qualcosa fondato su valori e aspetti etici che sono all’opposto di quelli di cui si fa forza la criminalità»

La strategia dei Briganti per «continuare lungo la strada che stiamo percorrendo – Mancuso ne è convinto – è rafforzare l’organizzazione del nostro club a partire dalle formazioni giovanili». Aumentare il seguito di ragazzini e genitori «è la base per costruire nuovi contatti». Aiuterà pure a rendere «il campo San Teodoro più frequentato, che è la base per costruire una relazione col territorio». Tanta affluenza è prevista anche per il terzo tempo con aperitivo e spaghettata che inizierà alle 20.30 e che sarà seguito da un dj set – che concluderà il sabato di festa – con musica che riporterà ai ritmi degli anni ’70, ’80, ’90. 

Tornando indietro con la memoria, il fondatore dei Briganti ricorda che quando decise di fare nascere il progetto «eravamo un po’ tutti preoccupati». Ma col tempo «la convinzione di stare facendo la cosa giusta è aumentata». Merito anche delle «sinergie con l’ambiente rugbistico, coi ragazzi e col quartiere – aggiunge Mancuso – E merito pure di qualche piccolo sponsor che ci ha sostenuti». Il punto di svolta è stato però «l’inaugurazione della club house intitolata a Peppe Cunsolo – il rugbista tredicenne morto il 14 febbraio 2014 -, che ha trasmesso a tutti noi la certezza che non ci saremmo più fermati e che abbiamo la forza per non fermarci mai».