«È fondamentale che i ragazzi, invece di passare il tempo in luoghi che potrebbero portarli un giorno a comportamenti devianti, abbiano la possibilità di dedicarsi alla lettura e a qualcosa di importante. Abbiamo rivolto loro un pensiero di promozione» dice Enrico di Libreriamo, la piazza digitale dedicata al mondo dei libri, dell’editoria e della cultura in generale. «Abbiamo contattato diverse realtà, siamo sempre attivi per portare avanti iniziative legate al sociale e che possano aiutare le persone attraverso la cultura, in modo che possano promuoverla ed essere aiutati nello stesso tempo» prosegue l’uomo. A essere scelti, quest’anno, sono i giovani del Centro Padre Nostro a Brancaccio, conquistati dalla filosofia che ha ispirato l’hashtag #ioleggoperché, alla base della grande iniziativa nazionale di promozione del libro e della lettura organizzata dall’Associazione Italiana Editori e resa possibile, in particolare, dalla casa editrice Mondadori, che si è offerta di donare le prime 30 opere ai ragazzi. «Il Centro del beato Puglisi ha risposto con entusiasmo, sposando subito il progetto, è per questo che li abbiamo scelti. I ragazzi, però, non sono stati selezionati da noi – continua Enrico – Sono loro che hanno liberamente deciso di interessarsi a questa iniziativa, scegliendo i libri da leggere e che poi, una volta finiti, recensiranno».
Il progetto, infatti, non comporta solo la lettura delle opere, ma anche un commento critico da parte dei giovani, che verrà pubblicato su uno spazio apposito nel sito di Libreriamo, I ragazzi del sogno di Padre Puglisi. «È una bella inizitiva, considerando che in Italia abbiamo il tasso più basso di lettori rispetto agli altri paesi europei, in Sicilia poi ci perdiamo proprio di casa» spiega Maurizio Artale, presidente del Centro di Brancaccio. I ragazzi coinvolti hanno un’età compresa fra i 12 e i 24 anni, ognuno di loro in questo momento è impegnato nella lettura del testo scelto. «Qualcuno ha preferito un’opera di narrativa, altri non hanno resistito al fascino di generi intramontabili come quello della commedia o del noir, muovendo le proprie scelte nel vasto panorama degli autori contemporanei» continua Artale, che aggiunge subito: «I ragazzi sono felici, ma è dura: la lettura è un sentimento che si deve sviluppare dalla scuola e se non si è avuta la fortuna di trovare insegnanti bravi a trasmetterlo, viene sicuramente più difficile leggere un libro. Perciò bisogna stare sempre dietro a questi ragazzi, ogni giorno seguiamo i loro progressi».
Artale non risparmia alcuni fondamentali consigli ai suoi ragazzi: «Abbiamo detto loro di non strafare, di leggere anche solo cinque pagine al giorno, di prendere appunti o scrivere considerazioni personali ai bordi delle pagine. Stiamo cercando di trasmettere loro alcune tecniche ideali per il primo approccio. I ragazzi non devono sentirlo come un obbligo scolastico, altrimenti non possono andare avanti» spiega il presidente. «È una sorta di rapporto sentimentale che devono costruire con i libri. Leggere significa avere una relazione con l’autore: ci si può confrontare con una manciata di amici, ma chi ha la fortuna di amare la lettura e di saper scrivere può potenzialmente confrontarsi con migliaia di persone». I ragazzi avranno a disposizione circa un mese e mezzo per portare a termine le letture. Tra loro, intanto, circolano già i primi commenti: «Si scambiano opinioni, ma la lettura rimane tuttavia un fatto personale, intimo e si può decidere di comunicare rispetto a quel testo solo dopo averlo assimilato del tutto, facendolo proprio – conclude Artale – Quello che mi auguro è che qualcuno di loro possa innamorarsi di questo mondo e iniziare a leggere autonomamente. La chiave di volta è proprio quando un ragazzo sceglie di regalare a un amico un libro, piuttosto che una cover all’ultimo grido per il cellulare. Siamo all’inizio, ma siamo ottimisti».
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