Aldilà del sensato decalogo proposto da una campagna all'insegna dell'austerity, l'obiettivo del risparmio energetico investe aspetti di un diffuso abito mentale che va rivisto. Quando il muro dell'indifferenza non è così impervio come sembra...
Li tempi cupi
Bruciare ciocchi per scaldare casa non è l’ideale, ma con quello che costa l’energia elettrica, vi potrebbero essere presto costretti in molti. Salubri boccate di residui carboniosi per chi ha già deciso di mandare alla malora i propri polmoni fumando di tutto non sono probabilmente una prospettiva troppo fosca da affrontare. Ma è pleonastico fare presente come per la maggior parte delle persone le cose stiano in maniera assai diversa.
Nella seconda giornata nazionale dedicata al risparmio energetico il tentativo evidente è quello di porre un parziale argine ad uno spreco di risorse del quale facciamo le spese senza ragione. Ed è un tentativo destinato a non restare fine a se stesso, perché ha tutta l’aria di essere l’atteso sintomo di un cambiamento in atto. La sensibile crescita nel prezzo del greggio dà un significato alquanto preoccupante al carattere assunto negli ultimi anni dai rigori della stagione fredda. Se qualcuno continua a credere di potere bellamente ignorare il problema posto dall’uso che viene tuttora sconsideratamente fatto delle fonti tradizionali di energia, sappia che si tratta dell’ignobile portabandiera di un reparto sfortunatamente ancora nutrito di autolesionisti. Iniziative quali quelle promosse da Greenpeace, come dalle frange più accorte della politica finiscono con il rappresentare adeguata cartina di tornasole dell’atteggiamento generale verso la questione.
Le riserve petrolifere mondiali non si esauriranno tanto presto quanto voci autorevoli sembravano credere soltanto quindici anni or sono. Tuttavia, se non verranno prese sul serio fonti di sostentamento alternative abbastanza rapidamente, il pianeta potrebbe esalare l’ultimo respiro nel volgere di un paio di generazioni. La posizione dell’Italia non è delle più confortanti, volendo in realtà intendere come sembri incoraggiare un drastico ricorso alla soluzione del suicidio collettivo: se gli schieramenti più conservatori farfugliano ipotesi su di un ritorno al nucleare, il loro contraltare progressista (una risata vi seppellirà, NdR) si lascia sfuggire enormità a proposito di risorse come il carbone.
Le carte da pescare nel mazzo non mancano; fra queste, ai più quella maggiormente degna d’interesse appare la soluzione costituita dall’idrogeno.