L’home restaurant catanese con vista su via Crociferi Il progetto di due siciliani che investono su quest’Isola

Quando si arriva al quarto piano del palazzo di via Crociferi non puoi non restare a bocca aperta: il panorama è fatto di cupole – c’è quella della Cattedrale e quella della Chiesa della Badia di Sant’Agata -, così vicine che senti anche i rintocchi delle campane. Lascia senza fiato il luogo in cui Chiara e Mattia hanno messo su il progetto Plante, l’home restaurant creato dopo più di dieci anni in giro per il mondo per valorizzare la Sicilia attraverso il cibo. Chiara Di Fazio e Mattia Romano ti accolgono come se foste amici da sempre. Per rompere il ghiaccio un giro della bellissima casa e un salto in cucina, regno assoluto di Mattia, per poi accomodarsi nella sala da pranzo dove gli ospiti di Plante si ritrovano per cenare e passare una piacevole serata insieme.

Chiara è nata a Palermo ed è cresciuta a Marsala, mentre Mattia è catanese. Si sono conosciuti otto anni fa, quando entrambi vivevano a Siena, nel ristorante dove lavoravano. Mattia rigorosamente ai fornelli, passione che nutre fin da quando è piccolo; Chiara, invece, ai tavoli. «Ho sempre lavorato nei ristoranti per mantenermi e per pagarmi gli studi – racconta – A Siena studiavo Chimica, ma ho abbandonato questo percorso perché non mi stimolava». «Da ragazzino mi divertiva sperimentare in cucina – spiega Mattia – crescendo ho fatto degli stage, poi ho lavorato in Emilia Romagna, in Spagna, a Catania, Cortina d’Ampezzo, Genova, Siena, dove ho incontrato Chiara».

Dopo un anno si sono spostati a Londra, dove Chiara ha iniziato a studiare fotografia – è lei che fotografa e posta sui social i piatti preparati per Plante – e Mattia ha fatto delle importanti esperienze in diversi ristoranti. Nonostante stessero bene in Inghilterra, però, dopo cinque anni entrambi hanno sentito il bisogno di tornare alle origini, rientrando, almeno per il momento, in Sicilia.

Ed è qui che nasce Plante, dall’idea di sviluppare una cucina vegetariana interessante ed esplorare un mondo ancora poco conosciuto. «Lavorando nei ristoranti mi sono reso conto che spesso gran parte del gusto e della freschezza del piatto viene dato da elementi di contorno e ho cominciato a capire come poterli utilizzare come elementi principali», dice Mattia, che utilizza prodotti rigorosamente siciliani. «Ci appoggiamo a piccole aziende che coltivano in biologico e in modo sostenibile perché parte del progetto sta proprio nel creare una rete locale e dare una spinta all’economia siciliana, cooperando con giovani come noi».

Il menu prende spunto dalle tradizioni e dalla condivisione di ricette altrui e cambia in base al mercato e alla stagione. Solitamente viene mantenuto per un mese e comprende un aperitivo, un menù degustazione di cinque portate accompagnate da vino e un dopo cena con dolcetti e liquori. In questo momento, per fare un esempio, l’ingrediente principe è il carciofo, che viene cucinato in un infuso di carciofo e servito con un purè di carote e mollica di pane. «Abbiamo le autorizzazione haccp richieste per il settore ristorazione – sottolineano – e cerchiamo di tenerci aggiornati sulle leggi che regolano la sharing economy perché vogliamo fare tutto per bene».

Plante, infatti, nasce come personal chef e home catering a disposizione di chiunque abbia voglia di invitare gli amici a cena approfittando del talento di uno chef, mentre il venerdì apre le porte di casa per accogliere coppie, gruppi di amici e famiglie – per un massimo di dieci commensali per volta – che, prenotando tramite la piattaforma Gnammo, condividono un tavolo e socializzano di fronte a piatti ricercati e vivendo un’esperienza culinaria e sociale unica nel suo genere.

«Durante la cena si chiacchiera, si scherza, si crea una bella atmosfera. Si incontrano diverse fasce d’età e vediamo interagire il 70enne con il 25enne, i bambini giocano insieme, si respira un’aria leggera. Cerchiamo di abbinare il mangiar bene con lo stare bene insieme, ci teniamo che la serata sia piacevole a 360 gradi».

«A chi ci chiede perché abbiamo deciso di puntare sul vegetariano rispondiamo che optiamo per una cucina sostenibile e futuristica, perché ognuno può dare il suo contributo per l’ambiente, mangiando meno carne, limitando il consumo di acqua, usando gli scarti. E forse manca proprio questo al mondo, i piccoli gesti. Ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa, abbinando, perché no, al dovere il piacere. Per questo molti ci ringraziano per non essere tra coloro che hanno lasciato la Sicilia senza più tornarci, per aver portato un valore aggiunto alla nostra terra. Siamo convinti – concludono – che qualcuno ci deve provare, per fare crescere la nostra terra e le giovani generazioni». 

Una iniziativa giovane che va avanti, con qualche limitazione, anche ai tempi del coronavirus: le cene sociali sono sospese fino alla fine dell’emergenza, e finché non arriveranno indicazioni più rassicuranti dalle istituzioni. Rimangono attivi, invece, i servizi in casa dei cittadini. Per andare avanti nonostante la paura.


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