Aveva 63 anni. Nicola Casuccio, direttore del dipartimento di epidemiologia dell'Asp di Palermo parla di «un caso sporadico» e rassicura ricordando che l'infezione non si trasmette da persona a persona
Legionella, morta una donna a Palermo «Si tratta di uno dei primi casi in Sicilia»
Una donna di 63 anni è morta all’ospedale Villa Sofia di Palermo a causa di una polmonite bilaterale da legionella. L’ospedale l’ha segnalato al dipartimento di epidemiologia e malattie infettive dell’Asp e al comitato di controllo delle infezioni ospedaliere. «Ogni anno in tutta la Sicilia riscontriamo dai quindici ai venti casi – racconta Nicola Casuccio, direttore del dipartimento di epidemiologia dell’Asp di Palermo – ma devo dire che questo è il primo caso di morte».
Dopo il caso di Brescia l’infezione da legionella è tornata alla ribalta. «Quello avvenuto in Lombardia – continua il professore Casuccio – è quello che noi definiamo “cluster”: dei grappoli di legionella. A Palermo, invece, è stato un caso sporadico». La legionella è un batterio che si insinua in vari luoghi e quindi difficilmente identificabile se non attraverso una corretta azione di manutenzione come ad esempio nelle condutture dell’acqua, nelle fontane o negli aeratori delle strutture alberghiere.
«L’infezione può avvenire in diversi modi – spiega ancora Casuccio – attraverso l’inalazione di goccioline che possono provenire dall’areosol, o dall’emenazione dagli apparecchi delle docce ma anche dagli aeratori. Spesso riscontriamo il contagio da parte di alcuni turisti dopo aver usufruito delle strutture ricettive».
Questa infezioni batteriche come anche sottolineato dall’Istituto superiore di Sanità non si trasmette da persona a persona. «Ci tengo a sottolineare come il contagio non avviene da uomo a uomo bensì dipende dalla fonte di emanazione. Poi c’è da dire che in un paziente di età avanzata e magari con patologie pregresse la situazione può diventare allarmante, magari perché ha già un quadro clinico delicato soprattutto dal punto di vista respiratorio».
Una patologia che inevitabilmente dipende dai fattori ambientali che non ha un target ben preciso ma che può indistintamente insinuarsi in un paziente giovane com in un anziano. «Non esiste un’attività di prevenzione dal virus della legionella – conclude Casuccio – ovvero non esistono vaccini ad hoc o un’attività antibiotica in grado di coprire il paziente da un’eventuale contagio. Semmai, senza creare troppi allarmismi, è bene ricordare che qualora una persona venga colpita dal batterio è possibile utilizzare una terapia farmacologica opportuna da contrasto, sempre tenendo conto del quadro clinico complessivo».