Le trivelle di Renzi spaccano il Pd siciliano Parla Franco Piro:«Ci giochiamo il futuro dell’Isola»

«Quella delle trivellazioni è una questione strategica e dirimente. Qui ci stiamo giocando il futuro della Sicilia e di oltre 5 milioni di Siciliani. Bene ha fatto il Parlamento siciliano ad approvare, ieri sera, la mozione, che pone adesso, una questione politica regionale e nazionale».  A parlare è Franco Piro, già parlamentare di Sala d’Ercole ed assessore regionale, oggi figura storica della sinistra siciliana. Piro milita nel Pd. Manifestando sempre il proprio pensiero in totale libertà.

«La questione delle trivellazioni l’ho sollevata domenica scorsa nel corso dell’assemblea regionale del Pd siciliano.- sottolinea Piro – Ho chiesto al Presidente della Regione chiarimenti non soltanto sugli effetti del decreto Sblocca Italia in Sicilia, ma anche su quello che appariva come uno scambio con la risoluzione dei problemi di Gela». 

Può spiegare meglio questo concetto?

«Certo. Avevamo e abbiamo ancora la sgradevole sensazione che in cambio del rilancio del polo industriale di Gela con la chimica verde, il Governo regionale abbia dato una sorta di placet al Governo Renzi e ai petrolieri per bucare il mare e la terra della Sicilia. E la cosa non mi piace affatto. Lo dico con estrema chiarezza: non sono favorevole all’ampliamento dei permessi di ricerca di gas e petrolio in Sicilia. Questo perché, l’apertura di nuovi impianti,potrebbe sortire effetti devastanti per l’Ambiente. Ci stiamo giocando il nostro futuro». 

Cosa pensa della mozione approvata ieri sera dall’Ars?

«Un atto politico importante che impegna il Governo della Regione e i partiti politici che lo sostengono. Mi auguro che il segretario regionale del mio partito, Fausto Raciti, avvii su questo argomento un dibatito franco e costruttivo per arrivare ad una posizione condivisa. Che deve coinvolgere la base del partito e i parlamentari nazionali e regionali». 

(Parlamentari nazionali, e non solo nel Pd- che per la maggior parte, hanno votato a favore delle trivelle. Qui tutti nomi e i loro voti, ndr)

A dire il vero, in questa fase il segretario Raciti ci sembra un po’ troppo accomodante…

«Non mi sembra che le cose stiano così. Raciti ha condotto una battaglia molto difficile. Ha ottenuto un grande risultato. Di fatto, la giunta regionale, è stata azzerata. Crocetta ha varato un nuovo Governo dove sono presenti i partiti. In questa fase, ha interesse a valorizzare il risultato ottenuto. Ma non credo proprio che Raciti non si porrà il problema delle trivellazioni». 

Secondo lei, l’accordo Renzi-Berlusconi si fermerà a Roma?

«Mi stupirei se fosse solo un accordo romano senza refluenze sui territori. A cominciare dalla Sicilia. Del resto, prima della crisi del Governo regionale, Crocetta ha provato ad aprire il dialogo con Forza Italia in Sicilia. Apparentemente il dialogo sembra chiuso. Però in questa fase ci sono ancora dei posti di potere occupati da esponenti di centrodestra che no sono stati rimossi dall’attuale Governo regionale. Penso, ad esempio, a tutta la questione degli Urega (si tratta dei centri che gestiscono le gare di appalto pubbliche, ndr). Vedremo quello che succederà nella prossime settimane». 


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