Le richieste degli apicoltori siciliani alla Regione «Non solo fondi, ma pure più cura dell’ambiente»

Sei associazioni di categoria della Sicilia unite per chiedere misure di sostegno per gli apicoltori e per preservare le api. La specie è di fondamentale importanza per garantire la biodiversità e le varietà di fiori e piante attraverso i processi di impollinazione. Tuttavia, col tempo, si assiste sempre di più alla moria delle api, con la categoria di apicoltori che prova ad alzare il grido d’allarme. Così Cia, Apac, Aras, Fai, Ape nera sicula e Unicoop, associazioni di categoria che operano in Sicilia si sono unite per formalizzare delle richieste alla Regione. Di fronte a una produzione di miele quasi azzerata, tanto da costringere gli apicoltori a ricorrere a sistemi artificiali per alimentare le api.

Ieri, le sigle di categoria hanno sottoscritto un documento congiunto in cui chiedono all’assessorato regionale con a capo Toni Scilla e il dirigente Dario Caltabellotta interventi rivolti all’ambiente, in modo da proteggere la specie. E sostegni economici per le piccole e medie aziende produttrici di miele, un sistema che in Sicilia conta circa duemila aziende. Mentre l’apicoltura dell’isola è al primo posto – tra i 90 e 120mila sciami – forniti per l’impollinazione delle serre, che è utile allo sviluppo delle piante. Quest’anno, a causa dei cambiamenti climatici è saltata la prima produzione di miele – miele di zagara, millefiori primaverile e sulla. Ad aggiungersi ai fattori negativi è l’uso sempre più diffuso di diserbanti che contribuiscono alla moria delle specie e delle essenze vegetali. Proprio per questo, il documento sottoscritto dalle associazioni, getta uno sguardo importante verso gli agricoltori

«Siamo convinti che apicoltori e agricoltori debbano camminare insieme: l’apicoltura ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle essenze, senza l’impollinazione non nascono i frutti – spiega Nicolò Lo Piccolo a MeridioNews – All’incontro di oggi ha partecipato la Cia (Confederazione Nazionale agricoltori) perché pensiamo a una collaborazione che faccia bene a tutto il comparto. L’obiettivo è salvare la nostra agricoltura. E non lo si può fare senza preservare le api: bisogna salvare le api dalla fame. Il miele d’arancio non si è riuscito a raccogliere per gli eccessivi sbalzi termici o perché sulla fioritura piove o cade sabbia». Lo Piccolo è un apicoltore di Caltagirone. Ieri era presente all’incontro insieme agli addetti ai lavori. Per l’occasione hanno partecipato anche i sindaci di Milo, Zafferana e Trecastagni.

«Chiederemo al governo regionale attraverso delle pec dei sostegni a breve e lungo termine – continua Lo Piccolo – Molti pensano che fare gli apicoltori sia un hobby. La nostra categoria non è stata mai concretamente sostenuta economicamente, non considerando che l’apicoltore, oltre a svolgere la propria attività, è un protettore delle api». Adesso, per salvare il settore, le associazioni di categoria chiedono di poter attingere dai fondi per lo sviluppo rurale o dai piani agricoli europei, proprio come avviene per il settore agricolo. Inoltre cercheranno di sensibilizzare l’assessorato alla Salute affinché si prendano misure necessarie per proteggere le piante e, quindi, le api da eventuali minacce: in particolare un’attenzione verso il patrimonio forestale, del pascolo delle api, sia riguardo la gestione dei boschi, sia riguardo a specifici parassiti, come il cinipide del castagno o la psilla dell’eucalipto.

Come misure a breve termine, gli apicoltori chiedeno un esonero di alcuni contributi Inps. «Abbiamo già preparato le richieste da girare alla Regione: non chiediamo solo assistenza, ma anche una maggiore attenzione verso gli ambienti naturali, perché la situazione verso uno spopolamento delle api si fa sempre più critica – conclude Lo Piccolo – L’accordo che abbiamo costituito è aperto a tutti. Siamo ben felici di accogliere anche altre associazioni di categoria, agricoltori compresi, sensibili alle nostre richieste».


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