Le Province, la riforma senza riforma e una discutibile gestione dei lavori parlamentari

LA PRIMA COMMISSIONE DELL’ARS CONVOCATA MENTRE L’AULA DISCUTE IL BILANCIO E’ UNA SCORRETTEZZA POLITICA, ISTITUZIONALE E, FORSE, ANCHE REGOLAMENTARE. LA PROTESTA DEI GRILLINI, CHE FORSE SONO GLI UNICI A VOLER ABOLIRE LE AMMINISTRAZIONI PROVINCIALI

Il comunicato stampa del Movimento 5 Stelle è chiarissimo: “Appuntamento per pochi intimi, oggi, nella prima Commissione dell’Ars (Affari istituzionali”) nonostante il ‘menù’ presentasse il piatto succulento della riforma delle Province. All’appello hanno risposto solo in cinque: il presidente Antonello Cracolici, Salvatore Siragusa e Francesco Cappello per il Movimento 5 Stelle, e i deputati Angelo Figuccia ed Alice Anselmo. Assenti il Governo, i componenti del PD, quelli del Megafono e tutti gli altri”.

Manzoniano il commento del grillino Cappello: “E’ evidente che questa riforma ‘non s’ha da fare’. Il MoVimento 5 Stelle lo denuncia già da tempo e le assenze di stamattina ne sono inequivocabilmente la controprova”

“Siamo alla farsa – aggiunge Siragusa – con il Governo che presenta un emendamento di riscrittura totale della legge di un testo già scelto come testo base, cosa assolutamente inusuale, e non si presenta neanche in commissione a spiegare come si intende procedere. Appare quindi abbastanza chiaro che non c’è nessuna volontà di portare a compimento alcun tipo di riforma e che va sempre più facendosi strada la volontà di tornare al voto, in barba anche a quello che sta succedendo a livello nazionale”.
“Governo e maggioranza – affermano i due deputati 5 stelle – si chiariscano le idee e ci facciano sapere che intenzioni hanno in merito a questa tanto annunciata riforma che solo il MoVimento 5 Stelle ha a cuore ed intende portare a compimento”.

Nota a margine
Noi riconosciamo ai grillini dell’Ars tanti meriti: ma sulla questione delle Province, a nostro modesto avviso, stanno toppando. Sala d’Ercole, qualche settimana fa, ha espresso un voto ‘politico’, ‘bocciando’ la proroga dei commissari delle Province. Il significato del voto d’Aula è chiarissimo: l’Aula vuole il ritorno degli organi elettivi delle Province siciliane. I grillini e il presidente della prima commissione dell’Ars, Cracolici, se ne devono fare una ragione. 

Tra l’altro, convocare la prima commissione mentre in Aula è in corso la discussione sulla manovra economica – quindi in pena sessione di Bilancio – è, in primo luogo, il segno che il Parlamento siciliano è gestito in modo approssimativo.
Di più: convocare la prima commissione per affrontare un tema sul quale l’Aula si è già espressa – con la scusa che quella ‘bocciata’ era una proroga dei commissari e questa sarebbe una riforma – è solo un modo squallido per aggirare in modo surrettizio il principio che impone di affrontare gli argomenti sui quali pesa un voto negativo del Parlamento in una sessione parlamentare successiva.
La verità è che, ormai, tutto è scombiccherato in questa Assemblea regionale siciliana dove il caos e il disordine prevalgono sul buon senso, prima che sulle leggi della politica. Il caos comincia dal Bilancio falso: un accidente generale che sta trascinando con sé tutti gli accidenti particolari.  
Noi rispettiamo la volontà dei grillini di abolire le Province, anche se questa soluzione non ci convince proprio. Ma cominciare a discutere una riforma mentre l’Aula è impegnata con la sessione di Bilancio è scorretto. E questo vale a prescindere dalle divisioni che attraversano il Governo, il PDe il Megafono.
Tra l’altro non abbiamo ancora capito cosa si intende fare con la riforma: applicare l’articolo 15 dello Statuto o combinare chissà quali altri ‘casini’?  

 

 

 


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