Le pale eoliche rischiano di distruggere il golfo di Gela

SOTTOSCACCO UN’AREA MARINA IMPORTANTISSIMA SOTTO IL PROFILO ARCHEOLOGICO E AMBIENTALE. PROBLEMI PER LA FAUNA SELVATICA

Dopo avere distrutto una città nel nome di un falso sviluppo industriale, adesso vogliono distruggere anche il mare. Nel mirino degli affari senza scrupoli c’è sempre Gela, città da oltre sessant’anni martoriata dalla chimica ‘pesante’ dell’Eni e, adesso, sotto scacco nel nome dell’energia eolica. Sì, le solite pale eoliche da realizzare in mare, nel cuore del golfo di Gela. Ed è anche logico: l’aria di questa città è inquinata, è ‘giusto’ lasciare in pace il mare visto che lo stabilimento chimico non riesce più a inquinarlo come un tempo?

Per fortuna che, a Gela, c’è chi si batte contro quest’ennesima follia. Proprio domani è prevista una riunione delle associazioni che si sono costituite per difendere il mare dall’attacco delle pale eoliche. Ci saranno i rappresentanti del Comitato Cittadino No Off-Shore eolico (Giovanni Iudice, Giuseppe La Spina, Fabio Leo). Poi i rappresentanti di No Peos del Comune Butera (Silvio Schichilone). I rappresentanti dei No Peos di Licata (Giuseppe Laspina). Quindi i rappresentanti della Lipu territoriale (Emilio Giudice). E, ancora, i rappresentanti di Italia Nostra Sicilia (Leandro Janni), del Movimento 5 Stelle (Fabio Leo), di Articolo Quattro (Maria Ferrera) e Legambiente (Pietro Lorefice). Con il coordinamento dell’avvocato Chiara Donà Dalle Rose, una dona appassionata della Sicilia che ha già vinto una causa a Salemi, dove il paesaggio è stato massacrato dalle solite pale eoliche. (sopra, a sinistra, foto tratta da statoquotidiano.it)

La battaglia da combattere non è semplice. Perché, ormai, la Sicilia è diventata terra di conquista. In tanti campi. In questo caso c’è da contrastare il progetto per un impianto Eolico off-shore sul Golfo di Gela, da parte della Società Wind Mediterranea s.r.l.

Nella riunione di domani si parlerà di quali azioni legali intraprendere per cercare di bloccare l’ennesimo scempio. A Gela, a Butera a Licata – i tre Comuni interessati – tra la popolazione cresce la consapevolezza che c’è da difendere un patrimonio culturale e naturalistico di inestimabile valore. (sopra, a destra, tratta da pti.regione.sicilia.it)

Va ricordato che in questo tratto di costa va tutelata la fauna selvatica (da qui passano uccelli migratori in via di estinzione). Per non parlare dell’importanza che il golfo di Gela riveste per l’Archeologia subacqua: basti pensare ai relitti storici recuperati: Navi, anfore, ancore e tante utili informazioni sul nostro passato. Peraltro, sono in corso ricerche da parte della Soprintendenza Beni Culturali.

Insomma: come hanno fatto questi signori delle pale eoliche ad ottenere le autorizzazioni in n’area marina così importante sotto il profilo storico, culturale e ambientale? Di certo c’entra il solito passato Governo regionale di Raffaele Lombardo. E bisogna capire che cosa farà l’attuale Governo di Rosario Crocetta. Il gogernatore è nato a Gela, è stato Sindaco di Gela e sarà interessante capire che posizione assumerà su questa incredibile vicenda.

Considerato che Crocetta vive d’immagine e pubblicizza tutto quello che fa (di utile, in verità, finora molto poco), rilevato che non ha aperto bocca, dobbiamo dedurre che dal Governo regionale arrivano, su questo fronte, cattive notizie. Vedremo.

Intanto, ad oggi, registriamo il decreto che dà il via ai lavori per la realizzazione di questa follia eolica marina. L’impianto, nella formulazione originaria del 2006, prevedeva 135 pale eoliche. Poi – bontà loro – ridotte a 38 circa, per problemi di impatto ambientale.

Le pale dovrebbero vedere la luce proprio di fronte Butera e il Castello di Falconara a circa 2 miglia marine dalla costa. I Comuni di Gela, Licata, Butera e Agrigento si sono sempre opposti a questo scempio.

Oggi, però, complice la crisi economica dei Comuni, lo scenario potrebbe cambiare. Anzi, è in parte cambiato. In peggio. Il Comune di Butera, infatti, ha accettato – di fatto. di far distruggere il proprio ambiente in cambio di soldi. Sembra incredibile, ma ha concesso terreni da dove far passare i cavi elettrici ad alta tensione e le cabine recettive. In cambio di un ambiente che rischia di venire compromesso, incasserà royalties per 250 mila euro l’anno. Una briciola rispetto gli affari della deturpante impresa.

La battaglia, però, non è persa. Gela e Licata si stanno rivolgendo al Tar (Tribunale amministrativo regionale. Sembra che il legale di questi due Comuni sia l’avvocato Stefano Polizzotto, attuale consulente del presidente della Regione, Crocetta.

 

 

 

 


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