Mentre le navi della Marina affiancano quella di Sos Mediterranee e la accompagnano verso la Spagna, nella città etnea - dove domani arriveranno 900 migranti - si scende in piazza, con più partecipazione rispetto al recente passato
Le immagini dall’Aquarius, scortata e in rotta verso Valencia Protesta a Catania, l’effetto Salvini aumenta la mobilitazione
«Che ne pensate di andare in Spagna?». «Siamo davvero felici». Così a bordo dell’Aquarius in rotta verso Valencia due migranti rispondono a un operatore di Medici senza frontiere. Arrivano le immagini dalla nave di Sos Mediterranee che da oggi pomeriggio è scortata da due natanti della Marina militare italiana verso la penisola iberica, dove arriverà tra quattro giorni, dopo la decisione del ministro dell’Interno Matteo Salvini di chiudere i porti alle navi delle ong impegnate nel Mediterraneo a salvare disperati.
«Anche se questa è ben lungi dall’essere la soluzione migliore per le persone salvate – dichiara Sophie Beau , vicepresidente della ong – siamo sollevati dal fatto che una soluzione sia stata finalmente trovata per consentire l’approdo di 629 tra uomini, donne e bambini in un luogo sicuro in Spagna. Tuttavia, il viaggio non è finito e le persone soccorse dovranno navigare altri 1500 chilometri prima di raggiungere questo porto sicuro».
La distanza tra la posizione attuale della Aquarius e il porto di Valencia è 760 miglia nautiche, oltre 1.500 chilometri. A una velocità di crociera di circa 10 nodi – che può variare in relazione alle condizioni meteorologiche – saranno necessari oltre tre giorni di navigazione prima che la nave entri nel porto per lo sbarco. «La gente sta ancora fuggendo dalla Libia mentre la Aquarius è lontana dalla zona di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale e i mezzi di salvataggio sono totalmente insufficienti – aggiunge Beau – Negli ultimi giorni abbiamo visto che persone, città e Paesi possono e sono disposti a mobilitarsi con forza, ma la questione del soccorso in mare deve diventare una priorità assoluta all’ordine del giorno degli Stati Europei».
La Aquarius ha informato le autorità marittime competenti che non sarebbe stato sicuro navigare così a lungo fino alla Spagna, visto anche il peggioramento delle condizioni del mare. Ma il governo italiano ha tirato dritto sulla decisione presa, inviando di scorta due navi militari su cui trasferire 500 persone e continuare così fino a Valencia. Un primo rifornimento di cibo (800 confezioni di pasta e snack) e acqua (950 bottiglie) è stato consegnato da una nave della Marina militare maltese nel tardo pomeriggio. La mattina di martedì le Autorità marittime italiane hanno realizzato un secondo rifornimento di cibo e beni di prima necessità, tra cui 200 chilogrammi di arance, 2.400 panini, 100 confezioni di te, 50 chilogrammi di zucchero.
«In pratica la Aquarius è stata sequestrata», attacca Alfonso Di Stefano, della Rete antirazzista catanese che oggi pomeriggio ha organizzato un presidio sotto la Prefettura di Catania per protestare contro le scelte del ministro Salvini e in difesa del lavoro delle Ong. Proprio nella città etnea domattina alle 8 arriverà la nave Diciotti della Marina militare italiana con a bordo 900 persone. «La Lega ha raccolto la paura alimentandola, figlia naturale di momenti di incertezza, il Movimento 5 stelle ha raccolto la speranza ma la sta drammaticamente tradendo», commenta un semplice cittadino sceso in piazza per manifestare. Un presidio più partecipato – e con la presenza della Cgil catanese – rispetto ai tanti che negli ultimi anni la Rete antirazzista ha organizzato. Effetto Salvini? «La mobilitazione è più accesa – analizza Dario Pruiti, dell’Arci – perché ci si rende conto che abbiamo un ministro che continua a comportarsi da leader di partito e fa campagna elettorale perenne sulla pelle di poveretti che non c’entra niente». Alcuni dei passanti solidarizzano, molti altri scuotono la testa. «Salvini fa bene a dare segnali forti, perché – dicono – non possiamo prenderli tutti noi i migranti».