Era solo questione di tempo. Le parole di Orlando, la scorsa settimana, erano apparse come un chiaro messaggio premonitore. Oggi ecco le dimissioni del presidente di Amg Mario Pagliaro, voluto e nominato da Orlando quattro mesi fa e che adesso è fuori dalla partecipata del Comune. Con lui, salgono a quattro i presidenti di aziende partecipate che, durante l’amministrazione Orlando, hanno dato le dimissioni. Prima ci sono stati Ettore Artioli (Amat), Vincenzo Costantino (Amap), Giuseppe Modica (Amat). Senza dimenticare Daniela Faconti che il 30 giugno 2014 aveva preso in Amg il posto di Emilio Arcuri, nominato vicesindaco. Una nomina cui non era mai seguita una conferma.
«È una vicenda su cui bisogna riflettere – dice a MeridioNews Luisa La Colla, consigliere comunale Pd -. Un dato significativo che indica che il sindaco Orlando commette errori nello scegliere le persone. Non so perché Pagliaro abbia dato le dimissioni ed è invece necessario capirlo. Da quanto ci aveva detto emergeva un grande entusiasmo nel portare avanti questo percorso, stava intensificando il processo di sviluppo dell’azienda. È, dunque, strano quanto accaduto ed è l‘ennesima sconfitta di questo sindaco». Ci sono delle domande per cui Luisa la Colla attende ancora delle risposte e andrà fino in fondo. «Durante l’ultimo consiglio comunale – continua – abbiamo avuto ospite Pagliaro e il consiglio di amministrazione dell’Amg. Le domande che ho fatto vertevano sulla famosa raccolta di firme dei dipendenti per sfiduciare il presidente e chiesi da cosa fosse motivata. Chiesi inoltre di avere notizie sul perché il Cda avesse rifiutato la possibilità di rivestire le cariche che fino a quel momento erano in capo al dirigente Allegra». Pagliaro aveva deciso, come da statuto, la ripartizione delle deleghe tra i componenti del Consiglio di amministrazione. «Il fatto che il Cda si sia rifiutato è assurdo. Non ho mai avuto risposta in merito e rimango in attesa». Ma soprattutto la democratica chiede di capire le ragioni delle dimissioni. «Cosa ha fatto? Ha lavorato bene, ha fatto una relazione su quel che non andava, ha portato avanti quanto iniziato da Arcuri, tutto nell’ottica propositiva del migliorare l’azienda».
Sulla stessa linea è Carmelo Miceli, segretario provinciale del Pd. «Questa vicenda credo che debba fare riflettere, quello che si evince è che c’è un’amministrazione che va avanti a prove di forza. È accaduto in passato con Reset, Rap e ora con Amg e il tram. Palermo non ha bisogno dei muscoli di Orlando e davvero ho grande rammarico in questo momento e lo dico da appassionato di politica fin da ragazzo». Quello che si respira, secondo Miceli è un clima di forte tensione. «C’è un problema generale sulle partecipate, perché se è il quarto presidente che si dimette, vuol dire c’è un’anomalia grossa. C’è tensione anche emotiva da parte dell’amministrazione».
Secondo il segretario democratico quella di Orlando è «un’amministrazione che tenta di portare a casa punti, perché ha la necessità di reinventarsi una candidatura e ci prova cercando di portare a termine cose concrete da offrire ai cittadini, ma queste cose scarseggiano. Non si gestiscono queste aziende intendendole come proprie, e ci auguriamo che sia l’ultimo presidente che lascia». Su queste dimissioni il segretario del Pd vuole vederci chiaro. «Pagliaro è una persona seria e se rassegna le dimissioni è evidente che dietro c’è qualcosa. Abbiamo il dovere di capire cosa sia successo».
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