La tecnica si chiama cash trapping e consiste nell'inserire una placca metallica nello sportellino di distribuzione senza alcun segno di manomissione, al fine di trattenere le banconote. In modo da far sembrare tutto un disguido tecnico attribuibile alla banca. L'ultimo caso è stato sventato nel centro del Catanese, ma la truffa è diffusa in tutta Italia. I carabinieri invitano a segnalare episodi simili
Le banconote ci sono ma non si vedono Belpasso, l’originale furto al bancomat
Concludere l’operazione di prelievo al bancomat ma non ricevere dallo sportello il contante richiesto, nonostante il display comunichi che l’importo è stato regolarmente erogato. Quello che potrebbe sembrare un disguido tecnico attribuibile alla banca è spesso in realtà l’ultima frontiera dei furti legati al prelievo automatico. Si chiama cash trapping e l’ultimo caso è stato sventato dai carabinieri di Belpasso.
Gli uomini dell’arma, avvertiti da una segnalazione telefonica, hanno scoperto l’alterazione di uno sportello presso la filiale di un istituto di credito. I ladri avevano inserito una placca metallica nello sportellino di distribuzione delle banconote che, all’apparenza, non mostrava alcun segno di manomissione. Così gli utenti avrebbero seguito tutte le fasi del prelievo senza nessun intoppo, fino ad arrivare alla schermata conclusiva: «Operazione completata/importo erogato». A cui però non seguiva il rilascio del contante. Un disguido che solitamente viene attribuito a un guasto tecnico per cui la maggior parte dei cittadini chiede spiegazioni alla banca. In questo caso, però, le banconote venivano emesse, ma restavano intrappolate nello sportellino all’insaputa del cliente, per poi essere recuperate dai truffatori.
«La tecnica è in grado di fruttare ai malviventi anche 1.500 euro al giorno», sottolineano i carabinieri che invitano a segnalare al 112 eventuali casi in cui, «dopo un’operazione di richiesta di contante ad uno sportello Bancomat, non dovessero uscire le banconote».
[Foto di Icars]