Orazio Savoca, 26 anni, è morto questa mattina a San Cristoforo, precipitando dall'impalcatura fatiscente di un cantiere edile. Lavorava in nero, dal 2006 non riceveva un regolare pagamento alla Cassa edile. Una vicenda gravissima per i sindacati di categoria Fillea Cgil Filca Cisl e Feneal Uil, che affermano: «Questo non è lavoro ma omicidio». Una morte a cui si aggiunge quella di Sebastiano Alessi, 59 anni, rimasto gravemente ferito il 2 agosto in un cantiere edile di via Passo Gravina
Lavoro nero e morte bianca a San Cristoforo I sindacati: «Nessuna misura di sicurezza»
«Questa non è una morte sul lavoro, perché costringere una persona a operare in queste condizioni equivale a un omicidio». Sconvolti, dopo la morte in cantiere avvenuta questa mattina dell’operaio edile Orazio Savoca, 26 anni, i sindacalisti di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Claudio Longo, Gavino Pisanu e Francesco De Martino hanno deciso di rilasciare solo dichiarazioni congiunte «per mandare un messaggio di maggior forza e unità in un caso così grave». Il cantiere, che si trova tra le via Tripoli e via Fratelli D’Antoni nel quartiere San Cristoforo a Catania, dove si stava ultimando una palazzina alta tre piani, era presente da almeno due anni. «Una impalcatura fatiscente, alta almeno dieci metri, priva di qualunque struttura di sicurezza: nessuna protezione, nemmeno un passamano», affermano i sindacalisti. Che denunciano: possibile, in questi anni, che «l’ispettorato sul lavoro non abbia potuto effettuare i regolari controlli?».
Aveva appena ventisei anni Savoca e da molti anni lavorava in nero, secondo quanto accertato. Forse era sposato e la moglie aspetterebbe un bambino, «ma non sono informazioni verificate con certezza, nel quartiere c’era reticenza a parlare della questione» precisa Claudio Longo, segretario Fillea. Di certo c’è che non riceveva un regolare versamento dalla Cassa edile dal 2006. E nessuna iscrizione alla cassa è stata fatta per i lavori nella palazzina, dalle cui impalcature fatiscenti il giovane è precipitato questa mattina, forse per il cedimento di una pedana di legno.
All’esterno del cantiere, adesso sequestrato, non è presente il cartello, obbligatorio per legge, che fornisce le informazioni sulla ditta che stava eseguendo i lavori: impossibile, senza una indagine, conoscere la data inizio, il committente e il direttore dei lavori. «Non riusciamo a capire chi è l’azienda, non sono informazioni che abbiamo potuto reperire continuano i sindacalisti – Eppure l’edificio è stato costruito ex novo, quindi una autorizzazione deve esserci stata dall’ufficio tecnico comunale, perché abbattuta e ricostruita una vecchia palazzina». All’incidente è seguito il sequestro del cantiere, e sul caso sono in corso delle indagini, affidate ai carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Angelo Busacca.
E ad alcune ore dall’incidente di Savoca muore anche Sebastiano Alessi, operaio di 59 anni rimasto gravemente ferito il 2 agosto in un cantiere edile di via Passo Gravina. In un comunicato congiunto, i segretari confederali catanesi di Cgil Cisl e Uil, Angelo Villari, Alfio Giulio e Angelo Mattone, affermano: «Siamo di fronte a una nuova dimostrazione di impotenza delle istituzioni».
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