Che sia per andare all'estero o in altre regioni d'Italia, i siciliani che decidono di abbandonare l'Isola potrebbero popolare una città di discrete dimensioni. Crisi economica e disoccupazione, le principali cause. In alcuni Comuni la percentuale di chi è partito, valicando i confini nazionali, supera l'1 per cento
Lasciare la Sicilia alla ricerca del futuro Nel 2014 sono emigrate 36mila persone
Quasi 36mila persone, quanto una città di discrete dimensioni. È il dato riguardante l’emigrazione dei siciliani. Le cifre si riferiscono al 2014 – ultimo aggiornamento Istat – e descrivono uno scenario in cui crisi economica e disoccupazione – quella giovanile tocca il 40 per cento – si intrecciano con le molteplici problematiche che storicamente caratterizzano l’Isola e che sempre più spesso portano i suoi abitanti a scegliere di partire. Lasciando dietro di sé radici e affetti, nella speranza di trovare un luogo adatto dove poter immaginare il futuro.
L’emigrazione dei siciliani riguarda tanto l’estero che le altre regioni. Infatti, se sono state 9979 le persone che hanno lasciato l’Italia, 25.897 hanno scelto di trasferirsi al di là dello Stretto, senza però valicare i confini. Ad andare all’estero sono stati soprattutto i palermitani, con un dato a livello provinciale di oltre tremila persone, seguite dall’hinterland catanese con 1990 partenze e da quello agrigentino (1229). La provincia con meno emigrazione estera è stata quella di Enna, con 452 trasferimenti.
Se invece si considera l’emigrazione extra-regionale nel suo complesso, nella classifica delle province con più esodi si segnala Messina che con 4561 partenze occupa il terzo posto, superata soltanto da Palermo (9805) e Catania (6701). Dai dati Istat emerge che i trapanesi, a fronte di un’emigrazione estera tra le più basse (598), si trasferiscono con più facilità nelle altre regioni italiane (2517). Il minor numero di partenze si è registrato, invece, tra ennesi (1322) e ragusani (1605). Numeri che rapportati a quelli relativi alla popolazione (dati 2015) fanno oscillare le percentuali di emigrazione tra lo 0,5 per cento di Ragusa e lo 0,86 per cento di Caltanissetta.
Andando nel dettaglio dei singoli Comuni, diversi sono i paesi – spesso piccoli – nei quali si raggiungono percentuali superiori alle medie soltanto con i dati relativi all’emigrazione verso l’estero. Come nell’Agrigentino con il caso di Palma di Montechiaro, dove la percentuale delle persone che hanno deciso di partire lasciando l’Italia è di poco superiore all’1 per cento così come a Catenanuova, in provincia di Enna. Ma c’è anche chi si spinge oltre. Nel Catanese, per esempio: a Mirabella Imbaccari gli emigrati all’estero sono stati l’1,34 per cento, mentre a San Cono l’1,25. A superare la quota del punto percentuale sono anche due Comuni in provincia di Palermo: Balestrate con l’1,19 e Terrasini con 1,07 per cento. I dati dicono che a essere più interessata è la zona costiera nord-occidentale, mentre molto basso è il tasso sulle Madonie e l’area attorno a Bagheria. Chi però ha il record è Malfa, in provincia di Messina: appena 15 emigrati all’estero, che però, a fronte di una popolazione di 985 persone, rappresentano l’1,52 per cento.
Tra le grandi città, infine, una differenza importante si segnala tra Catania e Palermo. Mentre nella prima la percentuale di persone che ha lasciato la città per andare all’estero è appena dello 0,13, nel capoluogo la cifra supera lo 0,8 per cento.