L’Ars tra Ato rifiuti, precari & sprechi

Alla buon’ora, senza fretta la politica siciliana inizia a prendere coscienza del fatto che, ‘forse’, in assenza di bilancio, bisognerà, in un modo o nell’altro, approvare l’esercizio provvisorio entro il 31 dicembre. Sala d’Ercole è convocata per domani. Oggi dovrebbe riunirsi la commissione Bilancio e Finanze. Solo che, fino ad ora, il Governo non ha prodotto i documenti finanziari: non c’è il disegno di legge sulla manovra economica (bilancio e finanziaria 2013) e non c’è il disegno di legge sull’esercizio provvisorio.

L’unica notizia, data quasi per certa, è che il Governo si appresterebbe a presentare un disegno di legge che metterebbe nel conto ben quattro mesi di esercizio provvisorio: gennaio, febbraio, marzo e aprile. La tesi è credibile, perché l’esecutivo regionale presieduto da Rosario Crocetta ha ereditato un disastro economico e finanziario dal precedente Governo. Approntare un bilancio, in queste condizioni, è difficile. I quattro mesi di esercizio provvisorio, vista la situazione, ci stanno tutti.

Oggi, come già accennato, dovrebbe riunirsi la commissione Finanze. Ma siccome i documenti finanziari non ci sono ancora, è probabile che il disegno di legge sull’esercizio provvisorio arrivi in commissione, per essere esaminato e approvato, domani mattina. Per consentire all’Aula di approvarlo domani pomeriggio. (a sinistra, l’assessore all’Economia, Luca Bianchi)

Domani, a Sala d’Ercole, all’ordine del giorno, ci dovrebbero essere anche altri due provvedimenti: la proroga degli Ato rifiuti e la proroga dei precari. Vediamo, adesso, cosa potrebbe succedere. Precisando che Governo e Ars si troveranno ad operare senza bilancio di previsione 2013. Con proroghe un po’ “temerarie”.

Sugli Ato rifiuti la proroga potrebbe essere costruita a valere sulle anticipazioni del fondo regionale destinato ai Comuni e sul fondo destinato agli stessi Ato rifiuti. Nel secondo caso nulla da dire, a patto che nel capitolo per gli Ato rifiuti ci siano i fondi. Nel primo caso – fondo in favore dei Comuni – il passaggio è forzato, perché le risorse destinate agli Enti locali non servono per pagare i ‘buchi’ provocati, in larga parte, dalle clientele degli Ato rifiuti. Si tratta, infatti, di soldi destinati al funzionamento dei Comuni e, in buona parte, per pagare gli stipendi dei dipendenti comunali (in realtà, quando venne concepito dal Legislatore regionale questo fondo sarebbe dovuto servire per consentire ai Comuni di operare investimenti e non per spesa corrente).

Ma se il passaggio sugli Ato rifiuti che Governo e Ars si accingono a mettere in campo è azzardato, quello sui precari è temerario. Intanto, considerando che si tratta – tra Enti locali e Regione – di oltre 27 mila soggetti (e forse più), la manovra è ‘pesante’. Mettendo da parte le riserve di ordine giuridico, resta da capire quale potrebbe essere il meccanismo da utilizzare per prorogare oltre 27 mila contratti senza il bilancio 2013 approvato.

Con molta probabilità, si ripeterà quello che è avvenuto lo scorso anno: e cioè una proroga a valere sull’esercizio provvisorio. Se due più due fa quattro, dovremmo essere in presenza di una proroga pari ai mesi di esercizio provvisorio previsti: cioè per quattro mesi. I soldi dovrebbero arrivare dal fondo per il precariato (300 milioni di euro circa da ‘spalmare in dodicesimi: soldi che, comunque, non ci sono) e dai fondi globali, ovvero dalle risorse finanziarie che dovrebbero servire per approvare nuove leggi. Una follia, soprattutto per un Governo che si è appena insediato, che dovrebbe dare, invece, segnali di novità. 

A giudicare da quanto più volte affermato dall’assessore all’Economia, Luca Bianchi, siamo davanti a una contraddizione tra obiettivi (che si intendono raggiungere) e strumenti (che Governo e Ars vorrebbero mettere in campo). L’assessore ha detto che bisogna tagliare un miliardo di euro. Contemporaneamente, non si fa chiarezza né sugli Ato rifiuti, né sui precari. Da dove dovrebbero arrivare i tagli per un miliardo di euro?

Di fatto, il nuovo Governo e la nuova Assemblea regionale siciliana si accingono a percorrere la strada confusa ed incerta battuta nei primi quatto mesi di quest’anno dal Governo Lombardo. Di nuovo non ci sembra ci sia molto.

 

 

 


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