Non c’è bisogno di abbandonarsi a chissà quali sondaggi per capire che i due candidati a sindaco di Palermo che in questo momento ‘tirano’ sono Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli. La vita è strana e imprevedibile. E la politica pure. Chi l’avrebbe mai detto che la ‘capitale’ di una enclave moderata-la Sicilia- sarebbe diventata, addirittura, nel giro di pochi mesi, una roccaforte del centrosinistra? Eppure è quello che sta succedendo. In città, a meno di 20 giorni dal voto, non c’è ancora un manifesto del Pdl. Vero è che il partito verrà ‘immolato’ sull’altare dell’accordo tra Angelino Alfano e Pieferdinando Casini (ci sarebbe anche Gianfranco Fin, che in Sicilia momentaneamente benedice i suoi colonelli intruppati nel centrosinistra del governo Lombardo: con tutte le incognite del caso). Detto questo, Massimo Costa, candidato a sindaco del centrodestra, somiglia un po’ al generale nel suo labirinto, senza le vittorie, ma solo con una sconfitta, che di questo passo sembra molto probabile.
A parte il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, e il coordinatore nazionale, Angelino Alfano, il candidato a sindaco di Pdl, Udc e Grande Sud, non sembra particolarmente seguito, non sappiamo dagli elettori, ma di sicuro non è molto seguito dai maggiorenti del Pdl
Voci di corridoio, tutte da confermare, parlerebbero di una ubriacatura giovanilista di alcuni big panormiti del Pdl. Dove il giovane, però, non sarebbe il 36enne Costa, ma il 31enne, Fabrizio Ferrandelli. Eccezione fatta per quella parte dell’alta borghesia pidiellina che in Orlado riconosce la propria storia. Non c’è bisogno di deliziarsi con i sondaggi per capire che l’operazione interna al Pdl, è quella di affondare al primo turno il giovane Costa, mandando al ballottaggio Orlando e Ferrandelli. Alla fine per Palermo sarebbe un palingenesi politica: dalle competizioni tutte targate centrodestra (vedi nel 2001 lo scontro tra Diego Cammarata e Francesco Musotto) si passerebbe uno scontro tutto interno al centrosinistra tra Orlando e Ferrandelli.
Perché queste defezioni, nascoste, ma annunciate, da mezzo Pdl panormita? Forse potrebbe giocare il risentimento per una candidatura considerata troppo vicina a Cascio. Un successo di Costa aprirebbe-così si dice- la strada a Cascio verso la candidatura alla Presidenza della Regione. E non è detto che questa ipotesi piaccia a tutti nel Pdl, e forse non piace neanche a Gianfranco Micciché di Grande Sud.
Forse non sta aiutando il giovane Costa, il suo atteggiamento di estrema libertà di scelta, se è vero che nella sua possibile giunta ha messo facce nuove, senza (a differenza, per esempio, di Ferrandelli) indicazioni dalle segreterie. Insomma, da quello che abbiamo capito il giovane Massimo Costa, se vorrà fare strada verso Palazzo di città, dovrà contare più sulle sue amicizie sportive che sulle inimicizie del Pdl…
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