Lampedusa, Conte convoca Musumeci e Martello  «Incontro tecnico-operativo dopo anni di silenzio»

Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e il sindaco di Lampedusa Totò Martello sono stati convocati per mercoledì prossimo a Roma dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. «L’emergenza migranti in Sicilia sarà al centro dell’incontro fissato a Palazzo Chigi con il premier». Il governatore dell’Isola lo ha annunciato con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook chiarendo di avere ricevuto la comunicazione direttamente da Conte che lo ha chiamato al telefono. «Sarà un incontro tecnico-operativo», ha aggiunto Musumeci soddisfatto che sia stato «raccolto l’ennesimo invito che ho rivolto ieri al premier per un confronto». 

Una convocazione da Roma che arriva in un momento chiave per l’isola dove ieri era scoppiata una rivolta dopo lo sbarco di 450 persone arrivate a bordo di un vecchio peschereccio. Il primo cittadino delle Pelagie aveva anche minacciato lo sciopero generale sull’isola per richiamare l’attenzione del governo sulla gestione dei migranti. L’appuntamento con Conte è arrivato proprio al termine di un incontro organizzato questa mattina con associazioni di categoria, imprenditori, commercianti e cittadini in cui si è discusso della situazione legata agli sbarchi e della possibilità di tenere le saracinesche abbassate su tutta l’isola.

Dopo la convocazione, Martello ha comunicato che «lo sciopero è rinviato in attesa di risposte. Ci sono alcune cose che deve fare la Regione Siciliana nei confronti del popolo di Lampedusa e altre – continua il sindaco – che devono essere fatte da Roma». Anche al primo cittadino è arrivata la chiamata da Palazzo Chigi. «Che il governo ci convochi – ha affermato Martello – è un fatto concreto. Appena ci saranno i provvedimenti fatti, Conte verrà anche a Lampedusa». Intanto, il presidente Musumeci avverte del fatto che «al governo centrale porteremo le ragioni che hanno animato e continuano ad animare il nostro impegno, per dare finalmente una priorità a questa infinita emergenza sanitaria e umanitaria che si consuma in Sicilia – ha concluso il governatore – dopo un decennio di silenzi e omissioni di Roma e Bruxelles».


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