Dall’alto, in discesa, appare subito un grande scoglio. La pista dell’aeroporto è proprio a ridosso della punta di levante. Il piccolo Atr che collega Catania a Lampedusa trabballa un po’. Poco prima un gruzzolo di terra era apparso dopo tante nuvole. Linosa è nera e piccola, e scompare subito. Lampedusa, invece, a marzo è senza turisti, ma in paese lungo la via dello “struscio“, qualche faccia non del luogo la si intravede. La via Roma è tutto. Ci sono i negozi, le pizzerie, i locali, i supermercati. C’è l’edicola e la pasticceria.

Lampedusa città, a marzo, appare brutta, distratta. Vengo avvertito subito da chi mi accompagna: “Lampedusa è brutta, perché è abbandonata, non curata, sporca. Senza il mare…” Già, il mare. Ancora, dopo un giorno e mezzo non l’ho visto. Sono qui per lavoro e il tempo è poco.

La prima tappa, subito, è dal signor Gaetano: “Sono trentacinque anni che sono in mare, sono stanco“. Così, nello scantinato di casa ha costruito un teatrino dei pupi. Non ci si crede, si entra al piano terra, si scende sotto “a tre metri dal suolo“, si accendono le luci e il teatrino è lì. La stanza è un buco, una quindicina di sedie capienza massima. “Io c’ho un capitale qua” esclama Geatano, faccia e sorriso da pescatore, pancia grossa, corpo robusto e mani forzute. Avrà una sessantina d’anni. “Ma che dici, il signor Geatano avrà 45 anni“, mi spiega dopo la mia guida. A mare Gaetano ci andava già da “picciriddo“. Dunque il signor Gaetano “c’ha il capitale” che consiste nei pupi di suo zio, che “c’ha sessant’anni” ed è depresso perché la moglie è morta e non ne vuole sapere più di pupi. “Che quando faceva lo spettacolo nella piazza di Lampedusa, tutta la gente veninva e si vedeva lo spettacolo. Il comune ci dava un milione. Pochi soldi, va“, continua sorridente. I pupi sono lì, messi all’impiedi. Aspettano lo spettacolo. E lo aspetta anche il signor Gaetano che a mare non ci vuole più andare “perché è pesante“.

Il mare, è ovvio, torna sempre nelle vite di Lampedusa. “Qua da quando c’è il turismo non capiscono più nulla, si affittano di tutto, dalle bici alle case e d’estate preferiscono dormire ovunque” mi spiega un professore di Agrigento che lavora qui a Lampedusa. Qualche secolo fa, Lampedusa, era piena di boschi e di agricoltura, poi c’era anche la pesca. Ma gli alberi furono abbattuti per fare il carbone per la terra ferma e Lampedusa è diventata quella che è: brulla, senza agricoltura, senza niente. La frutta, la verdura, la carne, tutto arriva da Agrigento via nave. E certe volte per dieci giorni non arrivano le scorte e non c’è frutta, nulla. “Qui non c’hanno niente – continua il professore – tutto è turismo, tutto è in nero. Nessuno fa fatture. Se chiedi una fattura non trovi un posto“. Sarà; intanto la via Roma, di sera, si riempe. Molti locali sono chiusi, aprono d’estate. Gli studenti lo dicono e lo ripetono: “non c’è niente, aspettiamo l’estate quando arrivano da fuori”.

E il Cpt? Il lagher per i disperati del mare? “Conviene a tutti che ci sia”, afferma una persona che negli anni si è occupata anche di questa storia. “C’è chi gudagna anche sul cpt”, continua. Poi ci sono i trafficanti di uomini, altra storia, altro business. “Arrivano con le grandi navi, poi a largo li fanno salire sui barconi e li guidano fino a riva, hanno i cellulari satellitari e si fanno anche 5 o 6 volte avanti e indietro, li conoscono anche. Certe volte li sbattono dentro, ma spesso ritornano indietro per continuare a trafficare“. Non c’è traccia di “clandestini“, a marzo. Ma se torna il bel tempo è probabile che qualche barca arrivi. Il Cpt mi dicono sia all’eroporto, ma dall’alto non si vede nulla. A ponente invece c’era “la Loren” la base Nato che nel ’86 Gheddafi cercò di colpire. In paese dicono che “si sentì un gran botto, anzi due“. Però circola anche un’altra versione, che quei missili non ci furono mai e che furono gli stessi americani, per interrompere i buoni rapporti tra Italia e Libia. Fecero passare due caccia che ruppero il muro del suono, che creò i botti. Fatto sta che la versione ufficiale fu quella e da quell’anno tutto il mondo scoprì Lampedusa. E l’isola da povera e sconosciuta diventò ricca e frequentatissima. Pare che d’estate la popolazioni passi da 5500 abitanti a circa 20000 unità. I prezzi salgono, il caos pure e i soldi girano. Pare che gli affari siano ad alti livelli, intanto, chi ha una stanza, l’affitta.

In tutto questo il mare e la parte occidentale dell’isola sembrano lontani e invisibili. Eppure, i chilometri, da punta a punta sono solo 9. Più o meno.

Rocco Rossitto

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