L’Alzheimer raccontato per immagini Scatti di malattia, solitudine e memoria

Il rapporto tra arte e malattia mentale, in un viaggio attraverso sanità e dolore, solitudine e memoria. In occasione della giornata mondiale per i malati di Alzheimer, venerdì mattina a Palazzo Platamone, si è inaugurato Il vuoto nella mente, una mostra di fotografia contemporanea che, attraverso gli scatti di undici fotografi emergenti siciliani, si propone di sensibilizzare i cittadini catanesi sul tema della demenza senile. L’esposizione è promossa dalle associazioni Contanimare, Ideattiva e Malati di Alzheimer e racconta attraverso le immagini tutti gli aspetti della «mancanza della mente», accostando il fenomeno sanitario a quello sociale. «Abbiamo scelto la fotografia per fa sì che le immagini potessero parlare per sé, non solo di Alzehimer, ma anche di vuoto in senso sociale», spiega Lilia Di Rosa, psicologa e psicoterapeuta, curatrice della mostra insieme alla collega neurologa Serena Griori.

Protagonisti dell’allestimento gli scatti che rappresentano la malattia, ma anche una società dominata dalla cosidetta «demenza sociale». «Il progresso – spiega la curatrice – comporta anche una involuzione e un deterioramento dei valori. La vita frenetica che oggi inseguiamo ci porta ad abituarci ad essere mentalmente estraniati da noi stessi e dalla realtà, come in uno stato di malattia mentale». Problema che oggi si somma alla mancanza di prospettive, alla precarietà, alla fretta della vita «usa e getta» di tutti i giorni. «Sono tutti comportamenti demenziali in senso sociale. Ci comportiamo come se non esistesse più una mente collettiva, ma solo il vuoto», afferma Di Rosa.

«Gli artisti hanno cercato di cogliere il senso della malattia con i loro obiettivi», spiega la psicologa. Le immagini ritraggono l’idea della demenza – mentale e sociale – su volti o immagini, paesaggi o strade. «Tutti gli scatti sono accomunati da un senso di smarrimento, solitudine, abbandono, che sono le sensazioni in cui vive un malato di Alzherimer». Immagini da cui emerge la triste similitudine tra l’uomo di oggi e il malato, «entrambi inquieti ed infelici. Il malato – sottolinea Di Rosa – rimane solo, come lo è l’essere umano. La società della comunicazione non riesce comunque a sconfiggere il suo nemico più grande: la solitudine».

Una condizione moderna, che affonda le radici nel disagio e nella paura del tempo che passa. E determinata «dall’assenza di rapporti con valori stabili. Oggi – continua – si tende solo a correre dietro al successo, ai soldi, alle futilità, dimenticando il resto. Dimenticando anche che si invecchia e certe cose non si possono più avere». Come la stessa memoria. «L’uomo tende a fuggire dalla vecchiaia e dalla malattia, finendo per estraniarsi ed isolarsi. E’ il frutto di una società evoluta ma malata».

Una mostra per sensibilizzare, ma anche per promuovere la cultura della prevenzione. Per tutta la giornata di venerdì, l’Ama (Associazione malati Alzheimer) ha messo a disposizione dei visitatori della mostra uno staff di medici e psicologi attraverso cui è stato possibile prenotare uno screening  gratuito per la diagnosi precoce della malattia.

I fotografi sono Angelo Benivegna, Laura Castro, Simona D’Angelo, Stefania Di Filippo, Jane Licari, Walter Molino, Agnese Mosi, Andrea Nucifora, Rosy Seminara, Marcello Trovato e Roberta Venniro. L’esposizione sarà visitabile fino al 30 settembre. L’ingresso è gratuito.

[Foto di caravinagre]


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