L’ala ‘gelida’ del Governo Crocetta colpisce anche i pescatori siciliani ai quali viene negata la Cassa integrazione

PER L’ESECUTIVO REGIONALE, IN SIC ILIA, CI SONO LAVORATORI DI SERIE ‘A’ E LAVORATRI DI SERIE ‘B’. CHI VIVE DI PESCA APPARTIENE A QUESTA SECONDA CATEGORIA…

E’ allarme nel settore della pesca professionale in Sicilia. Le risorse destinate da Roma all’erogazione della Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) sono insufficienti. Tutto questo in un settore già piegato da una pesante crisi.

Le associazioni di categoria nelle scorse settimane avevano avvistato la gravità del problema e chiesto al Governo regionale di intervenire per destinare una somma aggiuntiva necessaria alla copertura del complessivo fabbisogno per l’anno 2013. Due le criticità che avevano spinto i rappresentanti delle imprese di pesca a chiedere al Governo dell’Isola di intervenire.

La prima è legata all’evasione di centinaia di domande relative agli anni precedenti che sottrae risorse allo stanziamento per il 2013.

La seconda riferita all’accesso, a partire dal 2013, del personale imbarcato, dipendente e socio lavoratore delle cooperative della “piccola pesca”, normato ad oggi dal cosiddetto “Decreto del fare”. Decisione, quest’ultima, che ha restituito giustizia al settore che limitava fino all’anno scorso l’accesso alla Cigd solo ai pescatori della cosiddetta “grande pesca” (legge 26 luglio 1984, n. 413).

L’assessore regionale per le Risorse agricole e forestali (che si occupa anche di pesca), Dario Cartabellotta, ha liquidato la questione dichiarando che il Governo non avrebbe risorse a sufficienza per coprire il massiccio ricorso all’ammortizzatore sociale in deroga da parte del settore della pesca.

Un esecutivo, quello di Crocetta & C., che sembrerebbe trattare in maniera diversa i lavoratori. Esisterebbero così lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Ai primi, pronti con minacce di piazza all’occupazione permanente di Palazzo d’Orleans (la sede del Governo della Regione) lo stesso Governo destinerebbe le risorse per l’accesso al reddito sostitutivo. Per i secondi, invece, impegnati quotidianamente a sbarcare il lunario, ed è il caso dei pescatori, abituati da sempre a sfidare il mare e le intemperie, il Governo deciderebbe di non sostenere la gravissima crisi del settore e abbandonare tali lavoratori a se stessi, in balia, magari degli strozzini.

L’approfondimento è d’obbligo. Cerchiamo di capire cosa è successo. Con l’articolo 1, comma 229, della legge del 24 dicembre 2012, n. 228 (Legge di Stabilità 2013) il Governo nazionale ha rifinanziato la Cigd per il settore della pesca. Stanziati 30 milioni di euro per l’anno 2013, nell’ambito delle risorse del Fondo Sociale per l’occupazione e formazione di cui all’articolo18, comma 1, del decreto legge del 29 novembre 2008, n. 185, convertito con modificazioni dalla legge del 28 gennaio 2009, n. 2, destinata al finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga di cui all’articolo 2, commi 64,65,66, della legge 28 giugno 2012, n. 92. In sede di Accordo governativo siglato il 29 giugno 2013, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dalle parti sociali sono state definite le modalità per l’utilizzo della somma di 30 milioni di euro destinati alla Cigd per il settore della pesca per l’anno 2013.

E’ lo stesso Accordo che destina parte delle risorse alla copertura delle istanze riferite alle annualità pregresse e presentate nei termini di cui all’accordo governativo di settore del 17 luglio 2012. Questo significa, in buona sostanza, che la copertura si riduce di circa il cinquanta per cento, dato e numeri che emergerebbero dal monitoraggio effettuato su base nazionale dall’Inps con riferimento alle istanze pervenute correttamente.

Precisiamo che alla Sicilia viene destinato ogni anno circa un terzo delle risorse assegnate dal Governo nazionale. Nel 2011 e nel 2012 la somma erogata in favore dei pescatori, ai fini dell’accesso dell’ammortizzatore sociale in deroga, si è attestata intorno ai 4,7 milioni di euro. Se si considera che presso le sedi siciliane dell’Inps risulterebbero giacenti 400 domande di Cigd da liquidare, il conto è presto fatto: i soldi non bastano.

A questo va aggiunto che, a partire dal 2013, potrà accedere alla Cigd anche il personale imbarcato, dipendente e socio lavoratore di cui alla legge del 3 aprile 2001, n.142, delle imprese di pesca (cooperative della legge 250/58), interessate dallo stato di crisi che ha investito il settore e che benefici di un sistema retributivo con minimo monetario garantito.

Quindi, grazie all’estensione dei benefici dell’ammortizzatore sociale ai pescatori della piccola pesca, si stima che almeno mille e 500 lavoratori presenteranno per la prima volta l’istanza di accesso, previo deposito del tesserino presso la competente autorità marittima al verificarsi di cause di forza maggiore o nel periodo del cosiddetto “fermo obbligatorio”.

Questo significa un ulteriore fabbisogno di circa un milione e mezzo di euro. Ed è proprio per questi motivi che le associazioni datoriali della pesca e le organizzazioni sindacali dei pescatori avevano chiesto, lo ripetiamo, aiuto al Governo regionale, il quale ha risposto “picche”.

E’ davvero singolare che, dopo aver impegnato ad oggi 220 milioni di euro per la Cigd in Sicilia, l’esecutivo guidato da Crocetta neghi al settore della pesca le risorse necessarie a garantire un sostegno al reddito in un momento di grandissima crisi strutturale e congiunturale che ha colpito il settore della pesca professionale.

 

Giuseppe Messina

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