Un'idea nata da un'associazione di Bollate che ha creato un percorso in bici in 26 tappe, lungo sette regioni, per raccontare la storia del magistrato ucciso dalla mafia, fino in via D’Amelio per il 25esimo anniversario della strage. Salvatore Borsellino: «Un pellegrinaggio che idealmente la riporterà lì dove è stata sottratta nel '92»
L’agenda ritrovata, ciclostaffetta in ricordo di Borsellino Il fratello: «Nascosta nelle casseforti dei servizi segreti»
«È un modo di ricordare più particolare, un progetto in cui il filo rosso alla base sarà quello di unire l’Italia attraverso la fatica della pedalata». È così che Alice Brioschi dell’associazione culturale di Bollate L’Orablù descrive il progetto intitolato L’agenda ritrovata, una ciclostaffetta che partirà il 25 giugno da Milano e, attraversando in tutto sette regioni con 26 tappe totali, arriverà a Palermo il 19 luglio, in occasione del 25esimo anniversario della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. Unire il Paese attraverso un percorso in bicicletta: alla guida dell’intero tragitto ci saranno due ciclisti esperti e un camper che seguirà tutta la staffetta. «A ogni tappa cercheremo di aggregare famiglie, cittadini e appassionati, insomma tutti quelli che vorranno appoggiarci per uno, due, cinque o cento chilometri». Ogni sera in corrispondenza di ogni tappa saranno organizzati degli eventi: presidi, dibattiti, proiezioni di cui si occuperanno le Agende rosse sparse per il territorio.
A margine di tutto ciò la casa editrice Feltrinelli pubblicherà un’antologia, una sorta di memoria letteraria di questa iniziativa, che verrà presentata durante alcune tappe del percorso, a Bologna, Napoli e Palermo. «I racconti saranno firmati da sette autori, ognuno a rappresentare le sette regioni toccate dalla ciclostaffetta – spiega Alice – e parleranno attraverso chiavi diverse di legalità e memoria». La firma che rappresenterà la Sicilia sarà quella di Evelina Santangelo. «Per tutto il percorso, quasi una sorta di valore aggiunto, avremo con noi un’agenda rossa messa a disposizione da Salvatore Borsellino e che è davvero appartenuta al fratello – dice ancora Alice – Quindi questo filo rosso sarà concreto, sarà vero e tangibile».
Il progetto, ideato l’estate scorsa dal presidente de L’Orablù, Walter Palagonia, durante una vacanza a San Vito Lo Capo, ha subito attirato molta attenzione. Non sono mancati infatti messaggi di stima anche da parte di personaggi noti e volti dello spettacolo. Tra questi anche Claudio Bisio, che ha registrato attraverso il proprio profilo Facebook un video per sostenere l’iniziativa. Partecipare è davvero semplice. «È tutto gratuito e non serve iscriversi – spiega Alice – Chiunque può imbracciare la bicicletta e prendere parte al percorso, tutto o in parte e se la staffetta non dovesse passare dalla propria città, si può sempre puntare sulla tappa che viene più comodo raggiungere». Il percorso sarà a tratti impervio e attraverserà anche gli Appennini. Non una cosa per tutti, quindi. Ma sarà importante anche il semplice presentarsi alla partenza o all’arrivo di una tappa.
A sostenere il progetto sono Radio popolare di Milano, la Fiab – Federazione italiana amici della bicicletta e il Movimento delle Agende rosse fondato dal fratello del magistrato ucciso, che ha aderito con entusiasmo e che prenderà parte con la sua bicicletta ad alcune delle tappe del percorso sino a Palermo. «È un piacere essere parte di questa iniziativa, che definirei quasi un pellegrinaggio che idealmente riporterà l’agenda lì dove è stata sottratta 25 anni fa», dice a MeridioNews Salvatore Borsellino. Anche lui in passato aveva cercato di fare la stessa cosa, ma a piedi. «Vogliamo catturare l’attenzione della gente e riportarla a quell’agenda, che sicuramente conteneva appunti importanti sulla storia del nostro Paese, sulla strage di Capaci e su quella trattativa Stato-mafia oggetto oggi di un processo osteggiato da più parti», continua.
«Non si è approfondita abbastanza l’indagine sulla sparizione di questa agenda e l’ultima sentenza – dice, riferendosi al processo Borsellino quater – nei suoi punti fondamentali dà per acquisito il fatto che ci sia stato un depistaggio nei processi per la strage di via D’Amelio, che non siano state approfondite le ragioni e gli artefici di questo depistaggio e della sparizione stessa». Non riesce a non prendersela con una certa stampa che, a suo dire, non tratta di questi argomenti, anzi, che quasi «li occulta». «L’agenda esiste di sicuro, sarà nelle casseforti di qualcuno dei servizi segreti deviati, che purtroppo nel nostro Paese hanno dato più volte prova della loro esistenza in tante stragi di Stato, via D’Amelio inclusa», afferma con sicurezza Borsellino.
Secondo il fratello del magistrato ucciso il 19 luglio 1992 la strada da fare per comprendere tutto quello che si nasconde dietro le più brutali stragi del passato è ancora tanta, e lui punta soprattutto sui ragazzi di oggi: «Sono vent’anni che parlo di questa’agenda rossa per le scuole e i giovani dimostrano molta sensibilità, forse perché rendendosi conto di avere davanti un futuro molto incerto e un presente difficile vogliono rendersi conto di come si è arrivati a questo punto – spiega – e gli ultimi 25 anni della nostra storia ritengo siano una diretta conseguenza delle stragi dei primi anni ‘90 e della trattativa Stato-mafia. Tanti giovani questo messaggio lo recepiscono, spero che continueranno a cercare la verità anche quando non avrò più la possibilità di chiederla io a gran voce. La speranza c’è, io ce l’ho così come l’aveva anche Paolo».