Il presidente della Camera di commercio Sud-Est Sicilia, Pietro Agen, ha ufficializzato l'affare fra la società etnea e quella ragusana. Operazione che fa il paio con l'apertura al mercato nella gestione delle infrastrutture aeroportuali isolane, svolta benedetta dal governatore
L’Aeroporto di Catania si compra lo scalo di Comiso Musumeci: «Privatizzare Sac? Necessità, non scelta»
«Ho una buona notizia: la Sac ha acquisito l’intero pacchetto azionario di Intersac. Un passo avanti per la rete aeroportuale. Un’operazione trasparente, un passo per crescere». Lo ha detto il presidente della Camera di commercio Sud-Est Sicilia, Pietro Agen, prendendo parola stamane a un convegno sulla rete aeroportuale siciliana ospitato dall’Università di Catania. L’aeroporto di Catania, dunque, ha comprato lo scalo di Comiso, nel ragusano. La Sac, società che gestisce l’internazionale Vincenzo Bellini – di cui la Camera presieduta da Agen è socio di maggioranza – ha acquisito il 100 per di Intersac, società che detiene oltre il 65 per cento di Soaco, proprietaria dello scalo Pio La Torre.
«Viviamo un momento di cambiamento epocale – ha aggiunto Agen – e non ci facciamo colonizzare, ma stiamo soltanto facendo squadra: o cogliamo queste opportunità o siamo condannati alla marginalità. Il collegamento tra gli scali è vitale perché la situazione è pessima». Il tema dell’unità fra Catania e Comiso fa il paio con l’avviato processo di privatizzazione della Sac, società al momento a totale capitale pubblico. «Ma nell’attuale sistema dei trasporti aerei – ha osservato Pietro Agen – tutti vanno verso l’opzione di cessione del pacchetto di maggioranza». E la Sicilia, ha sottolineato, «non cresce senza investimenti». Mentre, ha concluso il presidente della Camcom, «il sistema aeroportuale del Sud-Est può diventare “la Fiat dell’Isola” creando posti di lavoro con i cantieri che saranno aperti».
Secondo il piano già varato da Sac, verrebbe ceduto circa il 60-70 per cento delle quote. I soci a carattere pubblico – le Camere di commercio (una sola della Sicilia orientale dopo il processo di fusione), la città metropolitana e il Comune di Catania, l’Irsap e il libero consorzio di Siracusa (entrambi ancora commissariati dalla Regione) – manterrebbero il pacchetto di minoranza.
Nel pomeriggio, all’aeroporto di Catania è poi giunto in visita il presidente della Regione Nello Musumeci. Occasione per benedire l’apertura al mercato e declinare ancora le linee guida del governo regionale nel campo delle politiche aeroportuali. «La prima cosa che ho detto al momento del mio insediamento – ha detto il governatore, commentando l’acquisizione dell’aeroporto di Comiso – è che l’obiettivo del Governo regionale sarebbe stato di realizzare in Sicilia una gestione unitaria e omogenea degli aeroporti». Via libera, in tale contesto, al contributo di nuovi capitali: «La privatizzazione – ha spiegato Musumeci – è una necessità, non una scelta. E quindi ben venga l’investitore privato a portare risorse finanziarie in Sicilia e fa bene il pubblico a vigilare in maniera seria e costante e a controllarne la gestione in termini di trasparenza e di sviluppo».
Il modello attuale presenterebbe limiti anacronistici e pesanti da tollerare: «Abbiamo sei aeroporti e sei gestioni diverse – ha aggiunto il presidente – un paradosso che non accade da alcun’altra parte, frutto di un individualismo che soltanto noi siciliani sappiamo coltivare, ma che adesso fa a pugni con un mutato contesto internazionale non solo logistico e organizzativo, ma anche finanziario. Comiso e Catania non erano un sistema integrato. Più volte – ha proseguito Musumeci – è stata manifestata la necessità di una loro gestione unica, la stessa cosa che cercheremo di perseguire per Palermo e Trapani. Abbiamo il dovere di farlo perché un aeroporto può essere funzionale ad un altro».