E' arrivato in aula alle 18. Oo il presidente della regione siciliana, raffaele lombardo. Ha cominciato il suo discorso parlando della crisi finanziaria che ha investito l'italia e non solo, e ovviamente la sicilia. Ha ribadito che il debito della regione è pari al 7% del pil regionale.
L’addio di Lombardo all’Ars:”Scelta lucida e ragionata”. “A rischio l’Autonomia siciliana”
E’ arrivato in Aula alle 18.oo il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. Ha cominciato il suo discorso parlando della crisi finanziaria che ha investito l’Italia e non solo, e ovviamente la Sicilia. Ha ribadito che il debito della Regione è pari al 7% del Pil regionale.
Come a dire: hanno massacrato la Sicilia quelle regioni e quello stesso Stato che di certo registrano percentuali ben peggiori. In effetti lo dice: “Il debito della Sicilia e’ di gran lunga inferiore a quello dell’Italia”. E ancora: “Sul rischio default c’ stata una tattica politico-mediatica disonesta e criminale che ha ‘infangato la Regione a livello internazionale”. “In Italia non si parla più di federalismo nè di autonomismo – ha aggiunto Lombardo – “assistiamo a una vera e propria aggressione nei confronti della nostra Regione, della sua autonomia e vediamo affermarsi un serrato centralismo con tagli che vengono imposti da continue manovre finanziarie’.Si va affermando un nuovo centralismo per attuare tagli concordati in sede internazionale, e imposti registrando un atteggiamento di insofferenza”. Lombardo ha poi sottolineato come sia ormai consuetudine sparare contro l’Autonomia: “Oggi è facile contestare l’Autonomia, dopo che la si è ridotta ad uno spettro”
Ha quindi parlato della necessità di essere nel pieno dei propri poteri per gestire la grave situazione: “L’aggressione alla nostra autonomia speciale avrebbe reso necessario che un presidente della Regione fosse libero da ogni vincolo e non indebolito nel suo ruolo. Non è così per me, a causa di una vicenda giudiziaria che è stata ben orchestrata mediaticamente, ma ricordo che non c’è stato nessun rinvio a giudizio.
A tempo debito- ha aggiunto- faremo sapere ai siciliani le peculiarità di una inchiesta che non è mai stata fatta. Intanto, come avevo già detto, affronterò il giudizio da cittadino comune”.
Ma, dice l’ormai ex governatore, c’è anche una ragione politica: “Sono convinto che le elezioni potranno permettere ai siciliani di autodeterminarsi, di sottrarsi meglio dal tavolo delle trattative dei partiti nazionali”.
E si è, infine, augurato che il prossimo presidente della Regione, possa attuare l’Autonomia senza compromessi e contro tutti gli ascari che operano in Sicilia: “Mi auguro che ci sia una nuova fase legislativa di uomini liberi, che sappiano ovviare alla piaga dell’ascarismo e del trasformismo che ha caratterizzato la classe dirigente, una classe politica libera e forte che realizzi l’autonomia. Dovremo difendere -uno Statuto ottenuto con la passione, con la lotta e con il sangue e praticare l’autonomia con rigore finanziario”.
Le dimissioni? :”La mia è una scelta lucida e ragionata, non ho rimpianti”. Mai come in questi trascorsi 4 anni sono stati intaccati gli interressi illeciti e criminali di questa regione. Rivendico questo del mio governo”.
Cala così il sipario sul governo di Raffaele Lombardo.