L’acordo Russia- Cina sul gas e il tramonto del dollaro

A DIFFERENZA DI NIXOS, CHE NEI PRIMI ANNI ’70 DEL SECOLO PASSATO RIUSCI’ AD EVITARE CHE CINESI E RUSSI DIVENTASSERO ALLEATI DI FERRO, OBAMA E LA GERMANI, OGGI, HANNO CONVINTO LA RUSSIA DI PUTIN AD ALLEARSI CON LA CINA. CHI CI PERDERA’ SARA’ L’EUROPA

Appena chiuse le urne e contati i risultati elettorali si è scoperto che, tranne il Partito Democratico in Italia, negli altri Paesi europei i partiti al governo hanno segnato il passo laddove non hanno dovuto scontare insuccessi clamorosi. I cittadini europei hanno bocciato sonoramente coloro che hanno ridotto l’Europa ad una appendice degli Stati Uniti d’America e subordinata all’egemonia degli interessi economici della Germania. Guarda caso, i due Paesi che più si sono dati da fare per innestare in Ucraina la miccia della ripresa della guerra fredda in Europa tra Occidente imperialista e Russia.

Sudditanza europea agli Usa che rischia di essere pagata a caro prezzo a seguito dell’accordo commerciale intervenuto tra la Russia e la Cina. Un accordo commerciale del valore di oltre 400 miliardi di dollari che ha per oggetto la fornitura da parte della Russia alla Cina del gas naturale della Siberia e delle relative tecnologie.

Accordo che Vladimir Putin ha definito “un contratto senza precedenti”, un contratto che prevede il pagamento degli scambi in valute nazionali, allo scopo di lasciare fuori il dollaro quale moneta di riferimento negli scambi internazionali.

A margine del negoziato, Putin ha dichiarato che “nel corso dell’incontro abbiamo preso in considerazione anche modalità di diversificazione commerciale per ridurre la dipendenza dalla situazione economica globale” ed ha chiesto di “ottimizzare i rapporti tra le banche russe e quelle cinesi onde rendere inefficaci eventuali sanzioni economiche Usa-Ue”

Com’è di tutta evidenza, questo accordo economico e commerciale intervenuto tra Russia e Cina sta a dimostrare la pochezza della politica estera americana così com’è suggerita dal Pentagono al Dipartimento di Stato e da questo alla Casa Bianca.

Una politica di potenza che fa fuori la diplomazia e mette in campo l’arroganza imperialista. Politica ottusa, che ripropone il vecchio schema da ‘Guerra fredda’, alla quale la duttilità di Putin ha contrapposto una mossa intelligente avvicinandosi alla Cina con vantaggio reciproco.

Da una parte la Russia si è assicurata un enorme mercato dove dirigere le enormi risorse energetiche siberiane e, da parte sua, la Cina che può contare sulla fornitura di gas e tecnologie pulite a prezzi convenienti, laddove il suo caotico sviluppo manifatturiero è portatore di grande inquinamento prodotto dall’impiego energetico di petrolio e carbone.

Inoltre, l’accordo è un buon viatico per l’espansione degli scambi in altri generi merceologici, nonché l’intesa sulle monete che debbono essere impiegate, con l’esclusione del dollaro. Su quest’ultimo aspetto torneremo più avanti, per la ragione che esso è meritevole di una seppur breve trattazione.

Alla luce di questo accordo strategico che ha dato il via all’allargamento dell’area commerciale euro-asiatica che fa capo a Mosca, i contorcimenti statunitensi ed europei in Ucraina assumono un valore marginale nell’interesse della Russia e della Cina verso l’Ucraina. Tanto che Putin ha annunciato il ritiro dei suoi militari dal confine con l’Ucraina e ha dichiarato che la Russia rispetterà l’esito delle urne relativo alla elezione del presidente di quella Repubblica. Una netta presa di distanza dalla questione Ucraina.

Che dire sulla mossa incauta di Obama e dei suoi epigoni europei nella vicenda Ucraina? Ci viene in mente la ‘diplomazia del ping pong’ messa in atto dall’ex presidente Usa, Richard Nixon, con la messa in campo della squadra di giocatori di tennis da tavolo americani nella sfida dei più bravi loro avversari cinesi.

Fu una mossa astuta con la quale Nixon avviò un approccio diplomatico con Mao Tse Tung per evitare che a quel tempo di ‘Guerra fredda’ si saldasse un rapporto solido tra Unione sovietica e la Repubblica popolare cinese. Questa volta Obama con le sue mosse in Ucraina ha dato una grossa mano al determinarsi di un solido rapporto di interessi economici, con risvolti geopolitici, tra la Russia e la Cina, che hanno interessi significativi in Ucraina. Gli uni di carattere energetico e gli altri di natura agricola, dove avevano ottenuto grandi concessioni terriere per sviluppare intensive produzioni agricole.

Circostanza che alla Monsanto – una multinazionale americana che opera su larga scala nel campo delle produzioni agricole a base di ogm, organismi geneticamente modificati, non andava per niente – e che, appena insediato a Kiev, il nuovo governo fantoccio quale primo atto ha revocato la concessione ai cinesi. Un autentico autogol.

In conclusione, qualche accenno alla questione del dollaro quale moneta di riferimento negli scambi internazionali.

Sarà una coincidenza, ma da quando è entrato nella scena europea l’euro, in pratica nel decennio 2003-2013, l’uso del dollaro negli scambi commerciali internazionali è passato dal 55 per cento al 33 per cento, facendo registrare un calo del 40 per cento nei suoi impieghi. Quale controprova della perdita di credibilità del dollaro in campo globale, nello stesso decennio l’uso di altre valute ha fatto registrare un incremento del 400 per cento.

Ultima notazione: le dichiarazioni di Putin riportate virgolettate sono state tratte dal servizio di Piero Cammerinesi, corrispondente di Altrainformazione e del Coscienzeinrete Magazine, su “libero pensare”.


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