L’accordo Crocetta-Eni diventa «legge» Ed è «falsa la notizia sulle royalties»

Non arretra di un millimetro sul patto con l’Eni che, addirittura, diventa «legge». Definisce «falsi ambientalisti» coloro i quali si oppongono alle nuova ondata di ricerche petrolifere in Sicilia. Come «falsa» è la notizia che parla di un suo impegno a non rincarare le royalty che le compagnie petrolifere pagano alla regione (tra le più basse in Europa, come vi abbiamo raccontato qua). 

Il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, in conferenza stampa a Palazzo d’Orléans, dove ha parlato della sua missione in Qatar, ribadisce il suo punto di vista sull’argomento trivelle (argomento che, domani sarà all’ordine del giorno della Commissione Attività produttive dell’Ars). 

Punto di vista già noto. Di nuovo, però, ci sono due elementi. Il primo, che l’accordo firmato da Crocetta con l’Eni è diventato legge, anche se non sappiamo a quale legge si riferisca il Presidente: «Le mozioni mica sovrastano le leggi», ha detto Crocetta parlando della mozione con cui l’Ars ha chiesto di bloccare le autorizzazioni per le ricerche petrolifere. Quindi,secondo il sillogismo crocettiano, «il patto con l’Eni resterà in piedi e non subirà variazioni». 

Chiederemo lumi all’ufficio legislativo della Regione per reperire questa legge misteriosa citata dal Presidente. 

Secondo elemento. Crocetta smentisce il patto sulle royalties: «E’ falsa la notizia dell’impegno che avrei preso a non aumentare le royalties ai petrolieri. E’ una fantasia arbitraria. Nel protocollo firmato a Giugno – sostiene il Presidente- c’è solo un auspicio da parte delle imprese rispetto alle aliquote. A quel tavolo ho detto con chiarezza che le tariffe non dipendono da me. Il protocollo l’ho scritto quasi tutto io e so di cosa parlo». 

Siamo certi che per diradare ogni dubbio, il Governo provvederà a pubblicare il protocollo sul sito ufficiale della Regione.  

Quindi il Governatore parla di «un accordo vantaggioso per la Sicilia» che salverà posti di lavoro (ne dubitano pure a Gela) e  di «avere fatto rispettare il principio  che le tasse si pagano in Sicilia». Anche quest’ultimo passaggio, al momento, resta un mistero. 

«Abbiamo fatto un accordo vantaggioso per la Sicilia, il petrolio sarà estratto solo da imprese con sede legale sull’isola- aggiunge il Governatore- e avrà un vantaggio stimato tra i 350 e i 500 milioni di euro l’anno».  

Conti e leggi a parte, Il Movimento 5 Stelle, non perde l’occasione di commentare e parla, senza eufemismi, di ignoranza

«Non è possibile tollerare una simile ignoranza sull’argomento trivellazioni nel Canale di Sicilia. Sono talmente assurde le dichiarazioni del presidente Crocetta che quasi strappano un sorriso. I permessi di ricerca hanno un impatto devastante dal punto di vista chimico e fisico sul già sofferente ecosistema del Mediterraneo che va evitato a tutti i costi. Per questo – dice la deputata Angela Foti– chiederemo alla terza commissione dell’Ars di convocare l’assessore alla Pesca ed Agricoltura per discutere gli effetti immediati dell’approvazione delle mozioni».

Le conseguenze della ricerca e delle trivellazioni, sottolinea il Movimento 5 Stelle, sono tremende, a dispetto di quanto, attraverso i media, blatera Crocetta:

«Le superfici interessate ai permessi di ricerca vengono interdette alla pesca e si tratta di migliaia di kmq. Ma spieghiamo al presidente, che finge di non sapere o non sa, e non sappiamo cosa sia più grave, visto che da candidato presidente risulta firmatario dell’appello ‘u mare un si spirtusa. Le ricerche vengono fatte attraverso l’air gun, delle vere e proprie bombe d’aria, molto potenti che procurano vibrazioni nei fondali che causano negli organismi danni irreparabili agli apparati riproduttivi, con diminuzione della produzione delle uova, interruzione della nutrizione dei piccolissimi pesci, morte delle larve. A dirlo non sono i deputati, ma il rapporto tecnico Ispra del 2012».

«Il presidente definisce innocue anche le trivellazioni e a zampillare in questo caso è l’ignoranza – sottolineano i grillini -. Dovrebbe sapere che la pericolosità sismica in tutto il Canale di Sicilia è dovuta all’incontro delle placche africana ed euroasiatica. Non il frutto, quindi, di una trovata bigotta degli ambientalisti, ma dello studio dei fenomeni del vulcanesimo che hanno stimato che si possono sviluppare terremoti di magnitudo 6». 

«Crocetta Finge di non sapere – concludono i parlamentari del Movimento 5 Stelle – – che Anci, Italia nostra, Slow food Sicilia, Lega pesca, Agci-Acrital, Anapi, Ente bilaterale per il turismo, Greenpeace, Altra Sciacca e Wwf hanno in maniera unanime letteralmente supplicato l’Ars e la commissione Ambiente di bloccare questo progetto criminale. Hanno invocato la programmazione, dicendo che non ha senso investire milioni di euro su sostenibilità, agricoltura biologica e tutela della diversità marina se poi, in cambio di questo scellerato patto con i petrolieri, buttiamo tutto all’aria». 


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