Dimenticate gli streep-club. Si chiama pole dance la danza con la pertica che farebbe impazzire qualsiasi maschietto, ma che nasconde infiniti esercizi e tanto sudore. Eccola raccontata e rappresentata da chi ha deciso di farne una palestra a Catania, la prima in Italia
Laccademia dell’arte del palo’
Nell’immaginario collettivo, la scena di una ragazza che si aggrappa ad un palo è tendenzialmente associata a due momenti: un autobus senza posti a sedere, e uno streep-club, con graziose ballerine seminude impegnate a rendere piacevole la serata ad una platea di clienti sudaticci.
L’immaginario collettivo, si sa, cede agli schemi e al pregiudizio, e spesso ignora le realtà che si trovano ai margini del convenzionale. La pole dance, sicuramente, rientra tra queste.
Abbiamo intervistato Medea Felina (nome d’arte), giovane rumena trapiantata a Catania, che da un paio d’anni a questa parte gestisce una scuola di pole dance (http://www.poledanza.com/), la prima in Italia.
Cos’è la pole dance?
Quando la gente vede una pertica verticale la prima cosa alla quale pensa è la lap dance, che non ha niente a che fare con noi. “Lap” significa “coscia”, ed è una danza in cui la ragazza sale sopra le cosce di un uomo e balla. La pole dance è una disciplina sportiva molto conosciuta nel mondo ed è, letteralmente, una danza con il palo.
Da cosa viene l’idea di aprire una palestra di pole dance?
Avevo questo sogno da parecchi anni. Ero una ginnasta ma mi sono infortunata e ho dovuto lasciare tutto. Dieci anni fa ho scoperto cosa fosse la pole dance: avevo sedici anni e feci montare una pertica in casa, e da sola imparai la pratica e la teoria e scoprii che è uno sport che, per le difficoltà che presenta, rende forti fisicamente e mentalmente».
Quanto tempo fa hai aperto la tua palestra?
Sono stata la prima, in Italia. Un anno e mezzo fa ho iniziato a lavorare davvero, tenendo i corsi e le lezioni, però nel 2007 mi sono iscritta alla Camera di Commercio come Pole Dancing Academy. Adesso, altre ragazze hanno aperto scuole simili alla mia. A poco a poco le scuole stanno crescendo di numero, ma è un percorso molto lento.
Quanto conta la sensualità nella pole dance?
La sensualità non è fondamentale, bisogna esprimerne un po’ come nelle altre danze, quella classica ad esempio, né più né meno. E poi in realtà, più che “pole dance” quello che insegno io dovrebbe chiamarsi “pole gym”, visto che c’è un 90% di ginnastica ed un 10% di danza. Il palo offre una serie di possibilità: migliora l’equilibrio, la forza, la tecnica, la resistenza e in più, dà l’occasione di ballare.
Ti sei scontrata col pregiudizio?
Tante persone mi hanno chiesto perché io abbia deciso di aprire una scuola di pole dance in Sicilia, per via della mentalità… Io ho sempre risposto che le cose facili non mi piacciono. Voglio dimostrare che quella che insegno è una pura disciplina sportiva che non ha niente a che fare con i locali notturni.
Quanto ci è voluto affinché delle ragazze si iscrivessero ai tuoi corsi e come sono organizzati?
Ho fatto pubblicità ed in qualche mese ho avuto le prime allieve. Molto spesso, erano ragazze che non avevano mai fatto alcun tipo di sport, però in quattro settimane riuscivano a vedere delle differenze sul loro fisico. Faccio da tre a cinque lezioni alla settimana (da 120 a 260 euro i costi mensili delle lezioni, con sconti per i mesi successivi e per studenti e under 18, ndr) Una mia allieva, che ha cominciato da zero, in meno di cinque mesi ha completato tutto il percorso didattico, tutti i livelli di apprendimento. Ho anche insegnato a donne oltre i trenta e i quarant’anni, e non hanno avuto problemi: è uno sport che si adatta a tutte le età.
Ma la pole dance è adatta anche agli uomini?
Certo, anche se comunque è diversa, usano un’altra tecnica e fanno esercizi che una donna non può fare. Mi è capitato che qualcuno venisse per informarsi, ma non hanno mai preso parte ad un corso.