Con più di un miliardo e mezzo di tonnellate di CO2, l’impatto ambientale dell’industria tessile è uno dei più incisivi a livello mondiale. Proprio per questo, ogni piccolo gesto nella riduzione del consumo e dello spreco del tessile è anche un seme di green revolution. La storia di questa green revolution viene dalla provincia di Catania e, precisamente, dal piccolo laboratorio creativo Caracade design, a Castiglione di Sicilia. Lì, tra merletti, macramè e passamanerie recuperati dagli antichi bauli della nonna e tanta creatività e spirito di adattamento, Ramona Camuglia da anni realizza le sue creazioni artigianali. La 30enne durante i mesi del primo lockdown ha lanciato con l’hasthag #finoallultimocentimetro a sostegno di una campagna di riduzione e riuso del tessile. Un gesto semplice, in fondo, che però ha messo in rete alcune creative artigiane e designer italiane che da nord a sud valorizzano gli scarti tessili: tutto in nome di un’economia circolare e virtuosa.
«Non so se posso definirmi davvero una green revolutionary – racconta Ramona Camuglia – ma di sicuro nel mio piccolo, utilizzando per i miei accessori moda questi scarti che mi vengono regalati da altre creative, sto facendo la mia parte. Le altre artigiane con cui collaboro mi inviano, da tutta Italia, centimetri preziosi di stoffe e tessili che, anche se di altissima qualità, finirebbero inutilizzati e in discarica perché troppo piccoli per altri utilizzi». E questo, oltre che un risparmio in termini economici, può essere un aiuto concreto per l’ambiente.
«Di sicuro stiamo facendo un piccolo e importante gesto – continua Camuglia – anche se, non lo nego, si tratta di un beneficio anche per il mio brand, visto che con questa collaborazione posso anche utilizzare stoffe uniche e originali, magari decorate ad hoc da altre artigiane. Insomma, stiamo anche creando una bella sinergia di donne che utilizzano stoffe e materiali sartoriali #finoallultimocentimetro».
Una campagna virtuosa, di riuso e risparmio, che in fondo si coniuga a perfezione con alcuni dei progetti di design moda che la fashion designer etnea ha già lanciato in questi anni. Ramona Camuglia, infatti, con una laurea in Scienze della Comunicazione in tasca, nonostante le difficoltà che i giovani siciliani incontrano nell’immettersi nel mondo del lavoro, non ha mai mollato. Così, quasi per caso, si è ritrovata a puntare tutto sulla sua creatività e su quell’ago e filo che usa sin da piccola.
«Vengo da una famiglia di ricamatrici. Dalle mie due nonne a mia madre e tutte le mie zie, nella nostra famiglia ferri, telaio e macchina da cucire sono sempre stati il pane quotidiano – conclude Camuglia – Io so ricamare sin da piccolissima e anche per questo, per me, è stato quasi normale pensare di unire la mia passione per la comunicazione e i social media alle mie creazioni». Creazioni che puntano sul riuso e anche sulla diversa destinazione d’uso di alcuni oggetti, soprattutto dei reggiseni, le cui bretelle vengono utilizzate per bracciali e chocher e le cui coppe (taglia 10 – 11 D) diventano minnibags, pochette impreziosite con frange, ricami floreali e applicazioni e con tanto di fodera e cerniere.
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