Nella facoltà di Scienze politiche l'incontro su "Vittime della tortura, vittime della mafia". Il prorettore, Antonio Pioletti: «L'Università deve contribuire a formare la memoria collettiva»
La voce delle vittime per costruire democrazia
«Credo che ascoltare le vittime sia fondamentale per la cittadinanza ed il potere politico. Uno spazio pubblico che dà la voce ad una vittima contribuisce a creare la memoria collettiva». Sono le parole di Gina Gatti, esule cilena che ha vissuto la dittatura di Pinochet, presente allincontro Vittime della tortura, vittime della mafia; la memoria collettiva per costruire democrazia, tenutosi sabato pomeriggio nellaula magna della facoltà di Scienze Politiche.
A coordinare lincontro seguito da un pubblico numeroso è stato Dario Montana, membro dellassociazione Libera di Catania e fratello del commissario Beppe Montana, ucciso dalla mafia il 28 luglio 1985. Presente anche Tonio DellOlio, membro di Libera Internazionale.
Lincontro è stato introdotto dal professore Rosario Mangiameli docente di Storia contemporanea della facoltà di Scienze Politiche e dal professore Antonio Pioletti, pro-rettore dellUniversità di Catania.
Questultimo ha ribadito che «il mondo degli studi deve farsi attraversare dalle contraddizioni del presente», sottolineando che «lUniversità deve dare il suo contributo nel creare e rendere attiva la memoria collettiva».
E in questottica che il pro-rettore ha annunciato di voler realizzare «un progetto pensato da tempo insieme al prof. Mangiameli: la creazione conclude Pioletti – di un Centro di ricerca sulla mafia e sulla criminalità».
Lincontro, promosso da Libera e Amnesty International, ha visto ladesione di molte associazioni come ARCI, Città insieme, Convenzione per la pace, CSVE, Emergency, Fare memoria, Foro democratico, GAPA, ISSICO, Magistratura democratica, Mani tese, Pax Christi e SILP (Sindacato italiano lavoratori polizia per la CGIL).