La tre giorni degli oppressi attraversa Catania «È la crisi a fare sfogare la rabbia sui migranti»

Una tre giorni itinerante contro le frontiere. E per capire che chi si sposta dal proprio Paese per raggiungere l’Italia condivide con i cittadini italiani gli stessi timori e le stesse speranze. È l’idea dei ragazzi e delle ragazze de La Piazzetta, giovani dai 14 ai 21 anni che ormai da qualche anno hanno fatto dello slargo di fronte a piazza Santa Maria di Gesù il loro punto di riferimento. La tre giorni degli oppressi organizzata dal basso – da venerdì a domenica – si svolgerà in contemporanea agli eventi del presidio No Borders di Ventimiglia, che sarà possibile sostenere a distanza anche attraverso le donazioni e il ricavato degli eventi catanesi. Tutti con lo stesso obiettivo: informare i cittadini sul fenomeno migratorio, «le sue radici, le sue cause e i suoi effetti». «La Storia lo insegna – spiegano gli organizzatori – è durante i periodi di crisi e instabilità che la rabbia e l’indignazione della gente viene indirizzata verso una classe ancora più disagiata, e dunque verso un nemico immaginario, in questo caso il migrante».

Una versione della realtà esasperata dalle cattive informazione e politica, secondo i giovani della Piazzetta, «perché crediamo che sia le destre che le sinistre istituzionali stiano speculando sulla pelle dei migranti, così come da tempo, su quella dei lavoratori, dei disoccupati e degli studenti». L’idea è quindi quella di attraversare la città con serate e capannelli informativi, per confrontarsi con i catanesi e i loro timori. Superabili attraverso una corretta informazione. I giovani organizzatori, inoltre, avanzano le loro proposte per porre fine al business dei viaggi della speranza: «L’apertura immediata dei corridoi umanitari e di ogni frontiera; la concessione del diritto d’asilo europeo; il superamento del regolamento di Dublino; un sistema di accoglienza e di integrazione sociale rispettoso e dignitoso e la sospensione dell’operazione militare Frontex». Iniziativa europea, quest’ultima, con sede proprio a Catania. A livello internazionale, secondo i ragazzi e le ragazze de La Piazzetta, una pacificazione globale non può che passare dalla fine degli accordi commerciali europei e statunitensi con governi dittatoriali, delle cosiddette missioni di pace e dello sfruttamento delle multinazionali in Paesi dell’Africa e del Medio Oriente.

Tutto questo sarà portato su strada dall’11 al 13 settembre. Si comincia venerdì con la partecipazione alla marcia delle donne e degli uomini scalzi: si parte alle 17 dalla spiaggia libera numero 1 fino al lido Verde, dove due anni fa sei persone persero la vita durante uno sbarco. Si continua poi con la serata antirazzista alla scalinata Alessi dove protagonista sarà «una bacheca di carta posta sulle mura di via Crociferi dove poter scrivere o disegnare contro la xenofobia e le frontiere». Sabato mattina si scende verso piazza Duomo, con il presidio contro le frontiere, appositamente organizzato davanti alla sede del Comune di Catania. «Che reputa fondamentale esprimere solidarietà per le morti in mare, facendo proprie le passerelle politiche – spiegano gli organizzatori – e che appoggia delle operazioni militari di respingimento dei migranti quali Frontex». Si continua a pranzo con il volantinaggio in spiaggia a San Giovanni Li Cuti per concludere la seconda giornata con la serata FreedomHurriyaLibertà, organizzata alla Piazzetta – di fronte a piazza Santa Maria di Gesù -, scorcio urbano abbandonato e rivalutato dal gruppo di giovani. Domenica ultima giornata con il torneo di calcio a cinque No borders presso il centro per minori migranti Regina Elena, in via Ferrante Aporti. Il pranzo verrà condiviso sempre con i giovani ospiti della struttura, alla Piazzetta. Tra un piatto e l’altro – anche con il «supporto gastronomico» dei partecipanti – si discuterà di «nuove idee, prospettive e progetti per i giorni a venire».


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