La montagna ha partorito il topolino. Dopo tutte le chiacchiere sulle battaglie autonomiste, il governo siciliano sembra pronto a genuflettersi sull'altare di roma. Accettando di farsi 'depredare' risorse che in questo momento sarebbero vitali per l'isola.
La Sicilia si piega all’ennesima rapina statale
La montagna ha partorito il topolino. Dopo tutte le chiacchiere sulle battaglie autonomiste, il Governo siciliano sembra pronto a genuflettersi sull’altare di Roma. Accettando di farsi ‘depredare’ risorse che in questo momento sarebbero vitali per l’Isola.
Parliamo della richiesta di 900 milioni di euro di accantonamenti che il Governo Monti ha imposto alla Sicilia. Che fosse arrivato questo diktat, ve lo ha anticipato LinkSicilia qui, e oggi lo ha confermato l’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi.
Vi avevamo anche raccontato, attraverso le parole di un esperto di Economia e di Autonomia siciliana, il professor Massimo Costa, che si tratta di una richiesta illegittima. E che la Sicilia avrebbe dovuto opporsi con tutte le sue forze a questo incredibile scippo. Anche perché, i conti regionali non permettono più regali alla Capitale. Lo stesso Bianchi ha ammesso: “Se riusciremo a chiudere il bilancio sarà un miracolo”.
Eppure, nonostante ciò, l’unica cosa che il Governo regionale sembra stia facendo è quella di tentare di ridurre questa ‘rapina’ a 800 milioni di euro. Insomma, chiede un piccolo sconto su un furto: “Bisognerà ora far fronte a un’ulteriore riduzione dei trasferimenti per 900 milioni, ridotti a 800 milioni dopo l’interlocuzione attivata dalla Regione al tavolo nazionale”, ha detto l’assessore nel corso di un convegno.
Superfluo aggiungere che stamattina Bianchi, parlando del bilancio e della crisi finanziaria, non ha fatto nessun riferimento all’applicazione dell’articolo 37, come aveva annunciato il presidente della Regione, Rosario Crocetta.
A che gioco giochiamo? Mentre il Presidente della Sardegna, Ugo Cappellacci, esorta le Regioni ad alzare il livello dello scontro con uno Stato insensibile alle esigenze dei territori, la Sicilia, a quanto pare si appresta a inginocchiarsi di nuovo e a lasciare che Roma continui a nutrirsi col sangue dei siciliani.
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