La Sicilia è in crisi, i poveri crescono e il Governo regionale non fa nulla

LA CRISI, ORMAI, INVESTE AMPI STRATI DELLA SOCIETA’ E QUASI TUTTA LA REGIONE: PRECARI, ESA, EAS, AZIENDA FORESTE, CORPO FORESTALE, SCUOLA, INFERMIERI PRECARI, FORMAZIONE PROFESSIONALE, PROVINCE (CHE NON SONO STATE SOPPRESSE!), COMUNI. TUTTO FRANA. E LA POLITICA SICILIANA….

Le notizie non vengono fuori. O quasi. Perché, ormai, il malcontento serpeggia in tante aree della società siciliana.

Dei precari dell’Isola scriviamo da settimane. Un lettore, stamattina, commentando il nostro articolo sui precari degli enti locali, ci fa giustamente notare che la proroga dei contratti di questi lavoratori è stata data dal Governo nazionale la scorsa estate.

Da qui una domanda: può il Governo nazionale autorizzare la proroga di 23-24 mila contratti prescindendo da quanto previsto la ‘Patto di stabilità’? A noi sembra, in effetti, difficile che il Governo nazionale commetta una leggerezza simile.

Non è da escludere, insomma, che i precari degli enti locali non vengano pagati non perché ci sono problemi con il ‘Patto di stabilità’. ma perché ci sono problemi di ‘cassa’.

L’area del malessere sociale, in Sicilia, è piuttosto estesa. Il fatto è che, a guardare tutte queste proteste ad una ad una, tutto sembra ordinario. Osservate insieme, invece, lo scenario cambia.

Le cronache registrano problemi enormi all’Esa (Ente di sviluppo agricolo), dove all’appello mancano 14 milioni di euro. Nessuno interpella più l’Eas, Ente acquedotti siciliani, dove i problemi, se non ricordiamo male, soon enormi, anche se tenuti ‘bassi’.

Un elemento da sottolineare è che, quando si parla di enti regionali o comunque pubblici e di categorie, stiamo parlando di persone che soffrono o perché vivono nell’incertezza (è il caso degli infermieri precari o dei dipendenti della formazione professionale), o perché non percepiscono lo stipendio, in alcuni casi da mesi.

Lo ribadiamo: queste categorie sociali in sofferenza fino ad oggi hanno protestato in modo ‘soft’. La nostra sensazione è che, adesso, si stiano creando le condizioni di una protesta generale. Anche perché il Governo regionale, fino ad ora, non ha dato alcuna risposta.

Lo stesso discorso vale per il Governo nazionale, che continua ad aumentare la pressione fiscale per foraggiare banche, finanza internazionale truffaldina e speculazioni varie. La manifestazione di sabato, a Roma, a nostro avviso, non resterà isolata.

Ma il vero problema, in questa fase, è la Sicilia. Dove ad Esa, Eas, precari degli enti locali, Province (che non sono state abolite!) e Comuni senza soldi, Azienda Foreste Demaniali (dove i problemi sono enormi, anche se rimangono sotto traccia: il riferimento è al ruolo svolto oggi da questa struttura, che è stata depotenziata nel silenzio generale), Corpo Forestale e, in generale, uffici della Regione.

La nostra sensazione è che l’attuale Governo non sia in grado di fronteggiare questi problemi che si ingigantiscono di giorno in giorno.

L’inconcludenza dell’attuale Governo ha trascinato l’Ars in una totale paralisi. Da cinque settimane – non da due giorni – si parla di una manovra di variazioni di bilancio che, forse (ma non è detto) dovrebbe iniziare mercoledì prossimo in Commissione Bilancio e Finanze.

Sarà la volta buona? Noi, purtroppo, abbiamo una brutta sensazione: che tutti i nodi – non uno o un paio: tutti – mai sciolti dal Governo di Rosario Crocetta stiano venendo al pettine. Tutti insieme.

Anche perché non si tratta solo di categorie che ‘navigano’ nell’incertezza, ma anche di intere categorie che non sanno come sostentarsi.

Ci rendiamo conto che per 90 parlamentari più 12 assessori regionali che, ogni mese, si portano a casa 20 mila euro al mese è molto difficile mettersi nei panni di chi non sa come mettere d’accordo, ogni giorno, il pranzo con la cena.

Tant’è vero che, qualche giorno fa, abbiamo assistito a due scene a dir poco incredibili che stonano molto con la crisi: un super burocrate dell’Ars che, a meno di sessant’anni, sta per andare in pensione con un milione e mezzo di euro di liquidazione (cifra sottostimata: a nostro avviso la liquidazione è molto più alta) e con una pensione di 13 mila e 500 euro al mese (altra cifra sottostimata: sempre a nostro avviso, la cifra è più elevata); e due ‘assessore’ regionali che ‘scorrazzano’ per le vie centrali di Palermo in auto blu non per questioni istituzionali, ma per andare a colazione.

Tutto questo, lo ripetiamo, ha dell’incredibile. E segna una distanza ormai siderale tra una politica siciliana ormai sputtanata su tutta la linea e una realtà fatta da un numero sempre crescente di poveri: poveri che aumentano proprio per l’incapacità della politica e, segnatamente, per l’incapacità di chi ci governa.


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