Sono due giovani agrigentini che si stanno affermando nel mercato internazionale del lusso. Esempi da imitare
La Sicilia che funziona: la storia imprenditoriale di Ezio Lauricella e Alessia Vella
SONO DUE GIOVANI AGRIGENTINI CHE SI STANNO AFFERMANDO NEL MERCATO INTERNAZIONALE DEL LUSSO. ESEMPI DA IMITARE
Sentite questa perché ne vale proprio la pena. Non è una novità assoluta, in quanto la notizia è già stata pubblicata dal Corriere della Sera, ma è davvero interessante, oltre che intelligente, da meritare più di una reiterazione.
La storia è quella di Ezio Lauricella, ventottenne agrigentino, il quale assieme ad una sua consocia Alessia Vella di 26 anni, da Campobello di Licata, ha deciso di produrre borse ed accessori d’abbigliamento da donna di alta gamma commerciale, da immettere nel mercato internazionale del lusso.
(sopra, foto tratta da corrieredelmezzogiorno.corriere.it)
Dice Ezio Lauricella: La prima limitata edizione di borse è costituita da pezzi unici realizzati con pregiati materiali italiani e stoffe di seta ricavata da vecchi kimoni giapponesi. Il punto di forza delle creazioni ‘Cum Laude’ è questo il marchio adottato dai due è costituito dal mix tra prodotti naturali eco-sostenibili, quali seta e canapa, e colorazioni altrettanto naturali estratte da té nero, melograno e zafferano. Ogni creazione è lavorata a mano, nel pieno rispetto della tradizione artigianale, per dare continuità all’abilità manuale esistente nel nostro territorio, ma, soprattutto, per evitare la delocalizzazione delle produzioni in paesi spesso sottosviluppati, come quelle operate dalle multinazionali del lusso.
Di queste dichiarazioni impressiona la maturità dei due giovani imprenditori e la consapevolezza di avere indovinato un brand di alta classe. Ed è abbastanza manifesta l’intenzione di non volere fare la stessa fine di altri ‘grandi’ imprenditori nazionali che hanno ceduto i loro marchi a multinazionali estere, che magari continueranno a spacciare per made in Italy prodotti che dall’Italia passeranno solo per essere venduti, chiaramente taroccati, perché realizzati in Cina o in Bangladesh o magari nei paesi dell’est europeo a costi economici e sociali irrisori e con conseguenze ambientali in quei territori disastrose. (sopra, foto tratta da greenplanet.net)
L’informazione che ci viene dal corriere.it si completa con qualche dettaglio sulla ‘filosofia’ che informa l’iniziativa imprenditoriale dei due giovani agrigentini: la sostenibilità ambientale. Le loro produzioni, ancorché uniche, sono realizzate con fibre organiche o biologiche e tessuti ecocompatibili con il rispetto dell’ambiente e della salute del consumatore. Bravi!
Iniziative come quella che abbiamo appena riportato ci confortano nel sapere che in Sicilia ci sono tanti giovani capaci di puntare sul proprio talento e, almeno, di provarci. Come del resto tanti giovani tecnici che hanno ripetutamente messo a punto modelli tecnologici di robottizzazione sperimentale attraverso i quali hanno conseguito riconoscimenti e premi nazionali ed internazionali.
A fronte di questa realtà diffusa di singole iniziative e tentativi d’impresa ci imbattiamo in un Governo regionale inutile e dannoso, che recluta altrove i suoi ‘esperti’ di economia, i quali sono solo capaci di fare e moltiplicare debiti ed errori di bilancio in serie. Nonché i gestori delle politiche economico-produttive di estrazione industriale che non conoscono l’abc dell’economia industriale per la ragione che nella loro organizzazione, Confindustria Sicilia, le industrie non sanno nemmeno come sono fatte. Che tristezza!