La Sicilia avrà coordinamento contro violenza di genere Raddoppiati fondi per case di accoglienza per le donne

«La Sicilia avrà un coordinamento regionale contro la violenza di genere, mentre alle case di accoglienza per gestanti e donne con figli saranno corrisposte rette quasi doppie». A darne notizia è la deputata regionale del M5s Valentina Zafarana, ideatrice della legge regionale approvata a luglio del 2020 che ha previsto una cabina di regia contro la violenza di genere per cui, solo adesso a distanza di un anno e mezzo, è arrivato il decreto di costituzione. «C’è ancora tanto lavoro da fare, soprattutto per abbreviare i tempi lunghissimi della Regione, ancora incapace di intervenire rapidamente soprattutto di fronte a situazioni così delicate», ha detto Zafarana. 

Al momento, il decreto di costituzione della cabina è alla firma del presidente della Regione Nello Musumeci. «Finalmente, e dopo non so più quanti solleciti – sottolinea la deputata pentastellata – la cabina di regia darà a tutti gli attori coinvolti nelle attività di tutela e sostegno delle donne che subiscono violenza un alto grado di coordinamento, garantendo così protocolli certi e, di conseguenza, l’attivazione di interventi rapidi ed efficaci».

Non solo questo. «Saranno quasi raddoppiate – aggiunge Zafarana – le rette che la Regione riconosce alle Case di accoglienza per gestanti e donne con figli. La misura arriva dopo averla proposta attraverso numerosi interventi legislativi, chiesta e ribadita nelle interlocuzioni portate avanti con gli assessorati competenti». La retta riconosciuta passerà dai circa 32 euro al giorno attuali a circa 62 euro. «Sono però rammaricata – lamentata la deputata – per la lentezza burocratica della Regione che, anche per erogare i fondi ordinari, ha impiegato un anno e mezzo: da aprile 2020, quando è stato emesso il bando regionale per assegnare i fondi messi a disposizione dal governo nazionale per il 2019, il decreto di impegno delle somme è arrivato solo pochi giorni fa, il 22 novembre. Un ritardo eccessivo, se pensiamo che si tratta di strutture che operano con impegni gravosi a tutela di soggetti estremamente fragili», conclude Zafarana.

Redazione

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