La sete di Agrigento metafora della Sicilia

Alcuni anni fa un TG nazionale divulgava la “notizia incredibile” che i residenti di una città del Settentrione d’Italia erano costretti, causa una siccità mai vista e l’incapacità ad accumulare e distribuire efficientemente le riserve d’acqua, ad accontentarsi di “sole” sette ore al giorno di acqua corrente! Poveretti. Rimasi sbalordito, come, penso, molti siciliani, soprattutto della zona dell’Arigentino. (sotto, a sinistra una via di Siculiana, piccolo centro dell’Agrigentino, foto tratta da sicilianelmondo.com)

Tutti noi siciliani sappiamo, infatti, che l’acqua corrente ad Agrigento e dintorni è stata, ed è ancora, un miraggio per molte settimane, soprattutto in estate. Quando si visita Agrigento non si possono non notare, oltre a tante altre cose pirandelliane, gli innumerevoli serbatoi (collocati sui tetti, i terrazzi e i terrazzini, oppure appesi accanto alle cucine) che consentono ai residenti di sopravvivere a settimane e a volte a interi mesi senza acqua corrente. Evidentemente, la notizia della mancanza d’acqua ha ragione d’essere divulgata per una città del Nord, mentre è sistematicamente ignorata per le città e i piccoli centri della Sicilia.

L’acqua corrente in molti centri siciliani è sempre stato un giorno speciale, in cui si deve raccogliere ciò che arriva per poter campare in maniera quanto più civile possibile per un indeterminato periodo a venire. Ciò che mi rese indignato in quel servizio del TG fu scoprire che gli italiani, e gli europei, spesso non sanno nulla di tutto ciò, o non lo vogliono sapere.

Quando ho notato in libreria la raccolta di racconti, recentemente pubblicata dalla Novantacento, intitolata proprio “Il giorno dell’acqua corrente”, mi sono commosso. Già dal titolo. Poi ho scoperto che è un libro scritto da Peppe Zambito, vice sindaco attuale di Siculiana, Comune appunto dell’Agrigentino. E la curiosità è aumentata a un livello irresistibile.

La lettura appaga la curiosità, anche più del previsto. “Il giorno dell’acqua corrente” non è solo piacevole da leggere e foriero di idee, ricordi, considerazioni, insegnamenti. E’ anche, e credo soprattutto, un piccolo e prezioso affresco della Sicilia di oggi come quella di ieri: Zambito ci racconta l’analogia che c’è tra un giorno speciale, che purtroppo esiste ancora oggi in larghe parti della Sicilia, quello dell’acqua corrente in quanto tale, e un giorno speciale che è quello dell’acqua quale risorsa irrinunciabile attuale, e cioè quello del pagamento della pensione (o dello stipendio) a chi con quei soldi non riesce mai ad arrivare al giorno di pagamento successivo.

Proprio come la sete dei siciliani residenti nella Siculiana di trent’anni fa (e dei siciliani residenti in molti altri centri siciliani di oggi), il rigagnolo di risorse concesse al popolo salariato e pensionato è bastevole solo per una parte del periodo in cui viene concesso. Il giorno del pagamento della pensione è dunque uguale, nell’attesa e nei significati, a quello dell’acqua corrente che arriva di tanto in tanto dai tubi asciutti e gorgoglianti d’aria in larghe parti della Sicilia di ieri e di oggi. Che piova o no. Che ci siano il benessere del boom, o le ristrettezze della crisi.

In questa cornice, sono inserite tre novelle dal sapore antico eppure ancora attuale. Sono tre “storie di paese” che potrebbero essere di qualsiasi centro rurale della Sicilia che, come Siculiana, dà evidenti segni di spopolamento e invecchiamento.

Durante la lettura ci si rende conto come questo spaccato sia drammaticamente attuale, soprattutto nella Sicilia d’oggi, colpita da una crisi più forte e difficile delle precedenti e in un contesto di spaventosa negligenza nazionale e continentale.

L’acqua corrente, bene pubblico come l’antica sapienza e memoria dei comuni pensionati siciliani, potrebbe non arrivare la prossima volta che sarà annunciata. Zambito lo fa presente con l’arte di scrivere. E lo fa in una maniera talmente interessante che il volume (di sole 100 pagine) lascia la voglia di leggerne ancora e l’impressione che ci debba essere un seguito.

Vice-sindaco di Siculiana, Peppe Zambito è già autore di diverse opere teatrali in dialetto siciliano. Nel 2011 ha vinto il concorso letterario “Granelli di parole” con la raccolta di racconti “Le figlie di Crescenzio”.

“Il giorno dell’acqua corrente” è stato presentato sabato 24 novembre a Palermo. Alla presenza dell’autore, presso la libreria “Un Mare di Libri”, dall’editor della Novantacento Roberta Impallomeni e dall’editore della Exbook.eu Publisher Gabriele Mastropaolo.

Sarà presentato prossimamente in altre occasioni a Palermo. (a sinistra, Peppe Zambito, foto tratta da globalpress.it)

 

Gabriele Bonafede

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