La scommessa di Settentrionale Sicula «Fare davvero informazione a Messina»

Messina e la sua provincia: «Un settentrione anche questo, rispetto alla Sicilia e ai tanti Sud del mondo, anche se in verità col Nord c’è poco da spartire». E’ in questa striscia dell’isola, tra Villafranca e Milazzo, che lavorano i ragazzi di Settentrionale Sicula. Una rivista sociale d’inchiesta, come la definiscono loro stessi, nata a maggio dello scorso anno per fare giornalismo «in un modo diverso – spiega il direttore Mauro Mondello, 29 anni – In un contesto dove le informazioni sono parziali o nascoste, e comunque legate a un certo tipo di potere politico-economico. Qui raccontano quello che gli pare, come gli pare». Parla di Messina, Mauro, e sembra descrivere Catania e il suo monopolio dell’informazione. Così, insieme ad altri undici redattori, prova a raccontare ogni mese «l’informazione che non esiste». Stampando in Germania e distribuendo nei bar o nelle sale d’aspetto dei medici della mutua. Nonostante gli sponsor che scappano.

L’idea nasce dai redattori, già riuniti nell’associazione Centopassi: circolo Arci di Torregrossa e adesso editore della testata. Hanno dai 20 ai 34 anni, c’è chi studia Fisica, chi è responsabile di magazzino e chi lavora in un bar. Ma, per fare un giornale, serviva loro un giornalista. Attraverso amici comuni arrivano a Mondello, giornalista freelance per diverse testate nazionali. «Per mestiere mi occupo di Medioriente – spiega – Ma mi sono sempre interessato anche di criminalità». Con un blog, La mafia non esiste, adesso poco aggiornato. Un po’ per le minacce ricevute e un po’ per il nuovo impegno con Settentrionale Sicula. «Certo, dobbiamo ancora crescere, ma i nostri sono tutti articoli d’inchiesta. Una volta stabilito un fatto da trattare, i ragazzi indagano in maniera precisa, ricostruendo con i documenti avvenimenti e persone».

Si va dall’immondizia – Stiamo fetendo, il titolo – a una fantasiosa installazione a Torregrotta: una mezza palla costata parecchio e servita a nulla. «La difficoltà sta nel fatto che scriviamo di cose che la gente non è abituata a leggere», spiega Mauro. Come il ritratto di Santo Sfameni, previsto sul prossimo numero di inizio aprile. Morto lo scorso 22 gennaio, «era il boss della zona – racconta il direttore – Al suo funerale, a Villafranca, c’erano 500 persone, tra cui il sindaco e diversi politici della Regione. Il prete lo ha lodato, non menzionando i fatti di sangue in cui era stato implicato». Tra questi anche l’omicidio di Graziella Campagna, la diciassettenne uccisa nel Messinese perché aveva scoperto troppo. «Nessuno ha mai ritratto questo personaggio e i suoi affari – continua Mondello – Tutti sapevano, ma nessuno scriveva». Un vuoto d’informazione che Settentrionale Sicula vuole riempire. Nonostante le resistenze dei lettori. «I cittadini ci leggono, sono interessati, ma al momento di esporsi pubblicamente per appoggiare il giornale fanno un passo indietro».

Come i due sponsor iniziali della testata. «Che adesso non ci sono più. Ci è stato spiegato che due sindaci di due Comuni di cui avevamo scritto hanno consigliato loro di ritirare le inserzioni». Fino allo scorso numero la redazione si è autotassata. In contemporanea è partita una campagna di sostegno al giornale. «L’obiettivo era raggiungere una cifra che ci permettesse di stampare il mensile per un anno – spiega Mondello – E l’abbiamo quasi raggiunto». Una spesa di 700 euro al mese, grazie ai costi contenuti di una tipografia in Germania. La distribuzione viene invece curata dagli stessi redattori, tra Messina e Milazzo, nelle librerie, all’università, nei bar, nelle sedi comunali e pure nelle sale d’aspetto dei medici della mutua. E anche on line in versione pdf. Ovunque possano raggiungere un vasto pubblico.

«Sappiamo di dover far trascorrere il tempo naturale affinché le persone si abituino e il territorio prenda confidenza con le nostre notizie», ammette Mondello. Per questo, per ogni nuova uscita, la redazione organizza anche degli eventi-dibattito legati all’articolo principale di quel numero. E, tra un’edizione e l’altra, cerca di tenere alta l’attenzione con delle pillole video pubblicate sul proprio canale Youtube. «Che lo spazio ci sia è un dato di fatto – conclude Mondello – Che poi si debba operare un cambio culturale nelle persone affinché le notizie arrivino è un altro discorso. E richiede tempo e pazienza».

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Un mensile sociale d'inchiesta, dodici redattori e un solo giornalista. Un'idea nata dai ragazzi del circolo Arci di Torregrossa, nel Messinese, «perché qui raccontano quello che gli pare, come gli pare». Vanno avanti da quasi un anno tra autotassazione, campagne di finanziamento e sponsor in fuga. Mauro Mondello, il direttore: «Sappiamo che ci vuole tempo affinché il territorio prenda confidenza con le notizie»

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