Novità nelle indagini dopo il sequestro della spiaggetta. Alla questione dell'abusivismo si aggiunge un altro scandalo: la terra nera proveniva dai rifiuti di un cantiere edile. È quanto emerge dagli accertamenti della Forestale
La sabbia di S. Giovanni Li Cuti arrivava da una discarica
La sabbia lavica nera depositata sulla spiaggia comunale di San Giovanni Li Cuti, borgo marinaro nel centro di Catania, proviene da un lavoro di sbancamento in un cantiere edile di Nicolosi, e che l’amministrazione aveva catalogato come rifiuto da depositare in una discarica controllata.
E’ quanto emerso dagli accertamenti eseguiti da appartenenti al corpo forestale su disposizione del procuratore aggiunto di Catania, Enzo Serpotta. Un’analisi del materiale sarà eseguita domani dai tecnici dell’Arpa. Il magistrato sulla spiaggia, che è sequestrata dalla scorsa settimana, ha fatto esporre un cartello per segnalare il rischio inquinamento.
In ambienti giudiziari si sottolinea come, in caso di mancato intervento, “il prossimo 1 giugno a San Giovanni Li Cuti si sarebbe inaugurata una discarica e non una spiaggia”. La spiaggia è sequestrata dal 26 maggio scorso quando appartenenti al corpo forestale e alla capitaneria di porto hanno apposto i sigilli ai solarium e alle attrezzature collegate, come docce e spogliatoi che, secondo l’accusa, sarebbero stati realizzati senza la concessione demaniale.
Nell’inchiesta sono indagati il dirigente del servizio Patrimonio e demanio del Comune di Catania, il legale rappresentante della Multiservizi, e il titolare dell’impresa che stava eseguendo i lavori per violazioni delle leggi ambientali.