La rivolta degli studenti: “Inutile bussare qui, non ‘Apreamo’ a nessuno”

Continuano in Sicilia, come nel resto d’Italia, le occupazione delle scuole per protestare  contro le politiche di austerità, a senso unico,  del governo Monti e dei poteri finanziari europei. 

Sabato a Palermo, una grande manifestazione ha visto sfilare migliaia di giorvani, senza nessun disordine. Una protesta che, vuole ricordare, come  alla sua  base ci siano fatti concreti. Fatti, che parlano di tagli all’istruzione e alle politiche giovanili.

Abbiamo deciso di non limitarci a raccontarvi le giornate in cui vanno in scena le manifestazioni e i cortei. Diamo la parola a loro. Agli studenti, che hanno deciso di occupare le loro scuole. 

Cominciamo con un commento di Gaetano Gatì, studente dello storico Liceo Classico “Ugo Foscolo” di Canicattì, in povincia di Agrigento (qui hanno insegnato professori famosi tra gli studiosi delle materie classiche e qui è cresciuto il giudice’ragazzino’ Rosario Livatino, assassinato in circostanza ancora oscure, con lo zampino della mafia): 

Ecco cosa sventola sulla facciata dei licei Classico e Scientifico “Ugo Foscolo” e “Antonino Sciascia” di Canicattì, in provincia di Agrigento. Uno slogan che dimostra, anche con l’ironia dei giochi di parole, come questa occupazione abbia un obiettivo preciso: il decreto Aprea. Questa proposta di legge che possiamo definire oltre che anticostituzionale anche anti-pubblica colpisce, ancora una volta, quel “bacino” da dove vengono spesso trovati i, così detti, fondi anti-crisi.

Contro questa carenza del governo è stata adottata come migliore forma di protesta l’occupazione degli istituti. Un’occupazione che non prevede nemmeno l’interruzione di pubblico servizio, infatti, gli uffici di segreteria e di presidenza vengono lasciati liberi di svolgere le normali funzioni. Ciò per dimostrare come gli alunni, anche nelle forme di protesta più incisive, agiscano in modo legalitario.

Tale comportamento è stato compreso appieno dalle forze dell’ordine che hanno dimostrato grande flessibilità anche, e soprattutto, verso i ragazzi referenti. Ossia i rappresentanti d’istituto e consulta dei due licei. Unico ostacolo lo si coglie nella dirigenza e, a conferma di tutto ciò, riferiamo che giorno 19/11/2012 è partita una circolare rivolta a tutti i genitori, in cui veniva affermato che la nostra forma di protesta costituiva reato e ciò non è affatto vero. A risposta di quel documento, oltre che un’ancor più massiccia presenza durante le attività dell’occupazione, gli alunni dei licei hanno fatto girare un’altra dichiarazione in cui affermavano, anche attraverso una sentenza del Tribunale di Siena, come, quanto affermato il giorno precedente, fosse infondato.

Nonostante questi eventi, a cui si risponde prontamente, siamo in grado di dire che la nostra forma di protesta non è intesa né dai rappresentanti né dagli alunni come una sterile perdita di tempo, ma come un momento o un’esperienza formativa che sviluppa quei concetti i quali, forse a causa della cristallizzazione della scuola italiana, non vengono approfonditi abbastanza, come il libero pensiero, lo scambio di idee e la presa di posizione verso un determinato argomento. Ricordiamo inoltre che gli eventi di carattere culturale si susseguono, soprattutto, nelle ore mattutine. Riportiamo, ad esempio, l’evento di giorno 20/11/12 in cui sono stati creati degli sportelli dove venivano trattati, da parte degli studenti stessi, tematiche come il giornalismo, la tecnologia, le differenze fra sistemi elettorali, l’arte e così via.

Tutto ciò è sensibilmente collegato al comitato Area 51, di cui gli istituti sono fondatori, gruppo che si sta dimostrando una formidabile arma d’informazione, che purtroppo manca in molte realtà.

Altro insegnamento che ci fornisce questa esperienza è come l’informazione possa non solo “salvare il mondo”, come ebbe a dire in un suo film, Robbie Williams, riferendosi alle parole, ma addirittura cambia il mondo, lo muta e lo plasma a uso e consumo di coloro che lo vivono invece di amministrarlo; questo vorrebbero gli studenti e per questo si stanno compattando.

Per avere dalla scuola tutto ciò che possa far di loro grandi uomini del futuro, così da creare generazioni sempre vincenti oggi più di ieri, perché il nostro territorio lo merita”.

Gaetano Gatì, Movimento studentesco Area 51. 

Palermo, studenti in piazza, istituzioni sorde
Studenti e docenti uniti contro Monti

 


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