La ribellione dei docenti alla sospensione della collega «Cosa dovremmo insegnare agli studenti, la censura?»

«Si tratta di un episodio gravissimo che deve far riflettere tutti, a partire dagli insegnanti. Qui bisogna scendere in piazza». Maria Messina è una docente di Francese, attualmente insegnante di sostegno all’istituto comprensivo Antonio Ugo. Ed è arrabbiata, come tanti colleghi, dopo l’episodio che ha coinvolto la docente di Italiano al Vittorio Emanuele, sospesa per due settimane per mancato controllo in quanto i suoi studenti in un video, durante il giorno della memoria, hanno accostato la figura del vicepremier Matteo Salvini a quella del dittatore fascista Benito Mussolini. E sono tanti i colleghi che in questo momento stanno manifestando solidarietà alla docente Rosa Maria Dell’Aria. 

«Io, insegnante – dice ancora Messina – ho il dovere di contribuire allo sviluppo nei miei alunni dello spirito critico, della capacità di analisi della realtà. E non ho il diritto, né tantomeno posso avere l’obbligo, di censurare i loro ragionamento, le loro associazioni. Se vogliono accostare il decreto sicurezza alle leggi razziali io non devo censurare: posso aprire un dibattito, posso esprimere il mio parere favorevole o contrario ma non posso insegnare la censura». È dello stesso avviso Elio Teresi, che insegna Tecnologia all’istituto comprensivo Mattarella-Bonagia. Una di quelle scuole di frontiera, come si usa dire, in cui Teresi arriva dopo anni di insegnamento in Val di Susa. «Dopo una vicenda del genere mi chiedo: cosa dovremmo insegnare d’ora in poi agli studenti, la censura? – afferma – La libertà di insegnamento è prevista dalla Costituzione. Ed è vergognoso che anche l’ufficio scolastico si sia mosso dopo il tweet di un neofascista, che a quanto pare non è neanche un insegnante. Simili provvedimenti venivano presi durante il periodo fascista, quando ci furono molti insegnanti che vennero destituiti dall’incarico perché dichiaravano di essere antifascisti».

Tra coloro che hanno espresso vicinanza a Rosa Maria dell’Aria c’è anche Mila Spicola che, oltre a essere un’insegnante, è anche candidata alle elezioni europee tra le fila del Partito democratico. «Sono solidale con la collega – è il suo commento – si tratta di una vicenda grottesca e pericolosa. Il video è stato prodotto dagli studenti e nella scuola vige libertà d’insegnamento e pluralismo delle idee. È un mandato costituzionale che non può essere messo in discussione. Se deve essere questa la punizione per chi applica regole di pluralismo, libertà e discussione nelle classi coi propri studenti allora sospendete anche me». Domani inoltre si terrà un corteo dei Cobas scuola contro la regionalizzazione, per un contratto con significativi aumenti e per l’assunzione stabile dei precari. Una manifestazione annunciata da tempo, ma alla quale sarà dedicato spazio anche alle vicende della docente sospesa. Come conferma Roberto Alessi che, oltre ad essere sindacalista Rsu, è anche insegnante all’istituto Danilo Dolci.

«È difficile commentare questa notizia – dice – perché è strano di per sè che un ufficio amministrativo abbia assunto una posizione così forte. La sospensione della docente, che prevede anche la mancata retribuzione, è infatti il provvedimento disciplinare più forte prima del licenziamento. E la sanzione è stata data non per l’opinione della docente ma per un mancato controllo. Una motivazione che sarebbe già discutibile se ci fosse un presunto illecito, cioè nel senso che se noi dovessimo considerati responsabili di tutto ciò che si dice a scuola, saremmo passibili di procedimenti disciplinari ogni giorno. Censurare un paragone di tipo storico con l’attualità sarebbe il contrario del nostro lavoro. Ecco perché questo provvedimento appare fortemente intimidatorio e contrario al diritto-dovere di alimentare lo spirito critico dei ragazzi. Credo che un provvedimento del genere non sia piaciuto neanche ai fans di questo governo». 

Mentre da parte propria l’Usb, dopo aver specificato che gli alunni hanno utilizzato un articolo presente in rete di un noto giornalista italiano per quello che viene definito «un legittimo accostamento tra il decreto sicurezza e le leggi razziali durante la celebrazione del giorno della memoria», parla di un fatto assolutamente inquietante e annuncia una mobilitazione nei prossimi giorni. ««La celerità dell’intervento da parte del ministero e del provveditore di Palermo  – spiega Luigi Del Prete, dell’esecutivo nazionale Usb Scuola – evidenziano ormai un clima irrespirabile all’interno del paese e nelle scuole italiane, dove la libertà d’insegnamento è sempre più vilipesa e in cui l’antifascismo ormai è sotto attacco come disvalore. Crediamo nella forza dirompente della libertà di pensiero nell’educazione dei nostri studenti, che il ruolo dell’insegnante debba essere quello di formare coscienze critiche capaci di capire che il fascismo, il razzismo e la xenofobia non sono “idee” ma espressioni dell’odio e anticamera dei regimi totalitari, che operare confronti storici tra periodi diversi, mostrando similitudini e differenze, sia un elemento essenziale dell’insegnamento della storia che voglia far comprendere lo sviluppo del pensiero dell’umanità. Sanzionare un docente per aver semplicemente fatto l’insegnante e aver stimolato i propri studenti alla riflessione critica, senza voler limitare il loro libero esercizio del pensiero attraverso un lavoro sulle fonti, significa creare una scuola di regime, asservita al potere e al pensiero unico dominante, anticamera di una società sempre più indirizzata alla barbarie».


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