La ‘Resurrezione’ dei Consorzi Asi

La Sicilia non finisce mai di stupire. In una Regione dove l’attività industriale è sempre stata stentata (basti pensare che negli anni ’80 del secolo scorso per dare forza alla Confindustria isolana, che allora si chiamava Sicindustria, venivano intruppati tutti i grandi imprenditori edili, con in testa i mitici cavalieri del Lavoro di Catania) c’erano ben 10 Consorsi per le Aree di sviluppo industriale (Asi).

Una delle poche riforme fatte dal Governo Lombardo è stata l’abolizione dei Consorzi Asi sostituiti da una struttura unica: l’Istituto regionale per le attività produttive (Irsap), voluto dall’assessore al ramo, Marco Venturi.

Va detto, per la cronaca, che l’iter di questa riforma ha subito rallentamenti perché il solito Governo Lombardo doveva proteggere i dirigenti di queste Asi che, tranne rari casi, sono sempre stati dei ‘carrozzoni mangiasoldi’. Sempre per la cronaca, i dirigenti di queste Asi, a quanto si racconta, avrebbero un’indennità simile a quella dei dirigenti generali della Regione.

Nell’ultimo mese, come i nostri lettori sapranno, sulle nomine dell’Irsap è scoppiato un mezzo bordello. L’assessore Venturi aveva nominato un uomo a lui vicino, Alfonso Cicero. La giunta aveva iniziato a designare i componenti del nuovo consiglio di amministrazione dell’Irsap che si erano già acquartierati ed erano pronti a percepire le indennità.

Poi la giunta regionale, con un blitz, ha tolto Cicero e lo ha sostituito con un nuovo commissario. ‘Sbarellando’ anche i primi consiglieri di amministrazione dell’Irsap. Da qui una polemica rovente tra l’assessore alle Attività produttive, Venturi, e l’assessore all’Economia, Gaetano Armao. Una polemica tragicomica, trattandosi di due assessori di un Governo dimissionario che dovrebe limitarsi all’ordinaria amministrazione e non a litigare per le nomine.

Mentre è in corso la bagarre tra due assessori di un Governo dimissionario arriva un comunicato stampa delle organizzazioni sindacali che merita un approfondimento e alcune riflessioni. Vediamolo.

“Il grave conflitto istituzionale che si è creato all’interno del governo regionale – recita la nota sindacale – ha determinato una situazione non più sostenibile per gli ex Consorzi Asi che dal primo settembre sono in fase di stallo sia rispetto ai servizi resi all’utenza che rispetto alla gestione dei propri dipendenti, con il serio rischio che non vengano pagati i prossimi stipendi”.

A denunciarlo sono le segreterie regionali di Fp CGIL, CISL Fp, UIL FPL, Sadirs e Cobas che ritengono “non più rinviabile la soluzione del problema di natura gestionale del neo costituito Irsap”.

Questa mattina i sindacati hanno chiesto “un incontro urgente” al Commissario dell’Ente “perché vengano assunte tutte le iniziative utili a ridare stabilità e certezza alle ex strutture consortili”.

Le Organizzazioni Sindacali si dicono, inoltre, pronte “a mettere in campo la mobilitazione dei lavoratori con la convocazione di un’assemblea generale che si svolgerà entro la prossima settimana e dalla quale scaturiranno ulteriori iniziative in assenza di risposte rassicuranti da parte degli organi di governo dell’Ente”.

Domanda rivolta ai sindacati: quali sarebbero questi “servizi resi all’utenza”? E quale sarebbe questa “utenza”?

Per quello che noi sappiamo, le uniche province della Sicilia dove ancora si contano industrie in piedi – anche se in crisi – sono Catania, Siracusa e Ragusa. Non ci risulta che, nelle altre sei province dell’Isola ci siano industrie numericamente tali da giustificare i Consorzi Asi: anche per questo, se non abbiamo capito male, sono stati soppressi.

Chiediamo ai sindacati: già è singolare che in questi dieci ‘carrozzoni mangiasoldi’ ci siano dirigenti con indennità simili a quelle dei dirigenti generali (aizi, sarebbe opportuno conoscere il numero e i nomi di questi ‘fortunati’). Ora apprendiamo che ci sono altri dipendenti.

Chiediamo: quanti sono i dipendenti dei dieci Consorzi Asi soppressi?

Non ci venite a dire che sono più di un centinaio perché non ci crediamo. Già dieci dipendenti in un Consorzi Asi, soprattutto nelle zone prive di industrie è un numero eccessivo. Ecco la presenza presenza di tutte queste sigle ci inquieta. Non è che, per caso, i dipendenti degli ex Consorzi Asi della Sicilia sono in numero maggiore degli occupati dall’industria?

Foto di prima pagina tratta da qds.it

 


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La sicilia non finisce mai di stupire. In una regione dove l'attività industriale è sempre stata stentata (basti pensare che negli anni '80 del secolo scorso per dare forza alla confindustria isolana, che allora si chiamava sicindustria, venivano intruppati tutti i grandi imprenditori edili, con in testa i mitici cavalieri del lavoro di catania) c'erano ben 10 consorsi per le aree di sviluppo industriale (asi).

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