La resistenza dell’artista Uwe a piazza Garraffello «Non ce ne andiamo senza un progetto di sviluppo»

«Fino a quando non ci sarà una visione chiara del progetto su questa piazza noi non lasceremo questo palazzo». Per l’artista Uwe e la sua compagna Costanza la ristrutturazione di piazza Garraffello a cura di un gruppo di imprenditori supportati dall’amministrazione comunale, per loro, è ancora troppo nebulosa e poco trasparente, così promettono che fino a quando non si saprà cosa vorranno fare della Vucciria loro non lasceranno Palazzo Mazzarino, luogo dove ormai vivono da soli, dopo lo sfratto degli altri inquilini. Uwe è un artista austriaco arrivato a Palermo 18 anni fa, la Vucciria e piazza Garraffello in particolare è diventato il suo personale atelier, una galleria a cielo aperto, ognuno dei palazzi che si affacciano in quel luogo porta un’opera a firma sua. Per molti rappresenta l’anima di piazza Garraffello, lui stesso dice «Quando sono nervoso tutti i commercianti della zona sono nervosi», come se ci fosse qualcosa che unisce Uwe e i mercatari in uno stato di empatia quasi permanente.

Quel qualcosa è la Vucciria, uno dei luoghi più autentici e affascinanti di Palermo. E Uwe in diciotto anni di permanenza a Palermo ha visto cambiarne il volto troppe volte, «ricordo quando era ancora vivo il mercato – racconta – poi è morto e nessuno si è stracciato le vesti. Infine è arrivata la movida e adesso è polemica su questo. Quelli che hanno aperto i pub però sono i figli di coloro che avevano i banchi di frutta, di pesce e carne al mercato prima, ci campano le loro famiglie con questo lavoro. Non è il male assoluto da combattere, va solamente incanalata e organizzata bene, non occorre militarizzare la piazza con le camionette della polizia».

Gli altri occupanti di Palazzo Mazzarino hanno lasciato gli appartamenti per il progetto che coinvolge 17 imprenditori, che dovrebbero comprare e ristrutturare tutti i palazzi della piazza. Ma l’artista non è d’accordo: «Gli imprenditori veri sono quelli che decidono di rischiare dei soldi di tasca propria e investono in qualcosa in cui credono – continua l’artista – questi sono quasi tutti architetti che aspettano i finanziamenti europei promessi da Orlando per ristrutturare, non è la stessa cosa». Attualmente a lavorare al cantiere sono in pochi operai: «Noi non andiamo via fino a quando non ci dicono cosa vogliono fare – dice Costanza Lanza di Scalea, compagna di Uwe – mi sembra che manchi una visione vera su questo importante restauro, un progetto credibile e noi ci teniamo che venga salvaguardata l’anima e l’autenticità di questo luogo al quale siamo profondamente legati».

Le opere di Uwe in piazza cominciamo ad essere smantellate, l’enorme scritta Uwe ti ama, banca National sul frontespizio di palazzo Mazzarino, diventata un simbolo del luogo, non si vede più perché coperta dall’impalcatura per il restauro, eppure questo sembra non infastidirlo: «Io non sono contrario al recupero della piazza, al restauro, al rinnovo dei palazzi anche perché stanno cadendo a pezzi, – aggiunge – ma vorrei che non si pensasse solo a fare b&b e hotel, che non si perdesse l’autenticità e il fascino di questo posto unico. Non vorrei che questa piazza si trasformasse in un luogo turistico con le guide che portano i giapponesi qui a fare le foto. Qua vengono i viaggiatori non i turisti, quelli che vogliono conoscere la vera anima della città, che vogliono entrare dentro le sue viscere per conoscerla davvero».


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