Da piazza Montecitorio a Roma a via Cavour a Palermo, passando per via Etnea a Catania. La protesta dei navigator stamattina ha attraversato tutto lo Stivale. La nuova figura, figlia in un certo senso del reddito di cittadinanza, è nata per accompagnare i percettori nella ricerca di un lavoro e rischia già di scomparire il prossimo aprile, quando scadrà il contratto nazionale dei circa 2700 navigator in servizio presso i centri per l’impiego.
«Voglio partecipare per dare un sostegno affinché questa figura entri all’interno del contesto delle politiche attive in maniera solida e seria – dice a MeridioNews Pasquale Di Serio, navigator in protesta di fronte alla prefettura di Palermo – Questo ruolo è stato spesso strumentalizzato a livello politico utilizzandolo come ago della bilancia per spostare il consenso da una parte o dall’altra. Quello che noi facciamo è accompagnare i percettori del reddito di cittadinanza ad arricchire il proprio curriculum e a favorire il loro ingresso nel mondo del lavoro. Spesso tra domanda e offerta del lavoro manca una sorta di correlazione, per cui andiamo a individuare le potenzialità e le carenze del beneficiario per renderlo più appetibile alle aziende, in modo tale che i privati trovino nel lavoratore una risorsa all’interno del proprio organico e non una persona da inserire a causa di problematiche varie».
A Palermo, a sfidare la forte pioggia al fianco dei navigator anche diversi beneficiari di reddito di cittadinanza. «È importante la presenza qui di molti percettori – continua Di Serio – Vogliono manifestare insieme a noi per mostrare che questa non è una misura assistenziale, ma il loro obiettivo è quello di inserirsi nel mondo del lavoro e attraverso i navigator avere un sostegno nel percorso che li porterebbe un giorno ad avere effettivamente un’attività lavorativa. La nostra figura è complessa, deve inserirsi all’interno del territorio nel quale è presente. Capire le potenzialità e lavorare sui beneficiari di reddito di cittadinanza in modo da inserirli con più facilità».
Le bandiere delle sigle sindacali cedono sotto al peso dell’acqua, la protesta è pacifica e i cartelli impermeabilizzati per l’occasione recitano slogan sulla salvaguardia delle professionalità, ma tra i beneficiari che si sono uniti alla manifestazione c’è ancora chi un navigator non sa neanche che aspetto abbia. È il caso di un altro manifestante, arrivato nel capoluogo di regione apposta da Enna. «Percepisco il reddito di cittadinanza – racconta – mi sono scaduti i 18 mesi, ho fatto il rinnovo, ma sono tre mesi che non vedo un centesimo. Se mi va bene li vedrò a metà febbraio. L’ufficio di collocamento non mi ha mai chiamato, poi con questa pandemia hanno sempre rinviato. Io non ho visto mai un navigator e neanche so come contattarlo».
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