Mirko Viola, uno dei giovani dell'associazione cittadina Cittàinsieme, riporta le poche parole scambiate con una bambina qualche ora dopo lo sbarco a Catania che ha provocato la morte di sei giovani migranti. Un breve e triste dialogo, nel quale emerge una visione dolorosamente distorta di quanto accaduto
La Playa, la bambina e i migranti I danni della mancanza di agenzie educative
Ieri, Playa di Catania.
Una bambina: «Mi scusi signore, ma non ha freddo a farsi la doccia a quest’ora?».
– «Dovrò pur lavarmi prima di rientrare a casa, no?».
La bambina: «Certo, ha ragione. E poi a mare mica si può andare, dopo quello che è successo stamattina…».
– «In che senso?».
La bambina: «Sa, le malattie…».
– «Ovviamente. Dopo essere passate ben tre navi da crociera con dentro quindicimila villeggianti, le acque del mare ne risentono sempre. È a questo che ti riferivi, giusto? … Salutami la tua mamma».
La conversazione che ho avuto con questa bambina può dare l’occasione di riflettere sul ruolo che hanno le agenzie educative. E del danno incalcolabile che esse producono quando smettono di svolgerlo.
Mirko Viola