La più bassa raccolta differenziata si fa a Palermo I dati dell’Ispra. M5s: «Ritardi non più ammissibili»

Ci sono primati che non si vorrebbero mai annoverare. Specie quando sono ripetuti nel tempo. Eppure il nuovo rapporto rifiuti urbani, redatto dall’Ispra e presentato oggi alla Camera dei Deputati, certifica che Palermo ancora una volta è la regina in nero della raccolta differenziata. Nel 2018 la popolazione della provincia di Palermo, ovvero più di un milione e 252mila abitanti, ha prodotto 603.438 tonnellate di rifiuti urbani, di cui appena 120.261 tonnellate sono state differenziate. Si tratta del 19,9 per cento del totale (nel 2017 era del 17,3 per cento), il dato più basso tra le nove province siciliane. Non solo: il dato palermitano è anche quello più basso tra le città metropolitane italiane, così come certificato dall’Ispra, «che, dopo la crescita di quasi sette punti mostrata tra il 2016 e il 2017 fa rilevare, nell’ultimo anno, un incremento di 2,6 punti».

D’altra parte il punto debole della differenziata nell’intera area metropolitana resta, come è noto, la città di Palermo. Negli ultimi cinque anni, ad esempio, la produzione pro capite di rifiuti urbani per abitante è sempre aumentata, in netta controtendenza col resto della provincia e d’Italia: nel 2018 ogni palermitano, in media, ha prodotto 552,8 chili di rifiuti. Mentre nel 2018 in città si è registrata una raccolta differenziata pro capite di appena 58 chilogrammi. L’obiettivo del 65 per cento di raccolta differenziata, stabilito già con la legge del 27 dicembre 2006, rimane dunque al momento pura utopia.

È pur sempre vero che i dati raccolti dall’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale – che a ottobre aveva inserito la discarica di Bellolampo tra i 30 casi di minaccia ambientale in Italia – fanno riferimento al 2018. E in questo 2019 che volge al termine i dati sono sicuramente cambiati. L’assessore all’Ambiente Giusto Catania ha parlato in passato di percentuali di differenziata tra il 22 e il 25 per cento che, se da una parte restano ancora da verificare, dall’altra dovranno tenere conto dell’apertura di quattro centri comunali di raccolta in un anno. I margini di manovra però per il 2020 alle porte restano pochi: insieme ai ritardi imputabili alla Regione sulla settima vasca di Bellolampo (l’orizzonte per la consegna dei lavori è il 2021), ci sono pure le 22mila tonnellate di rifiuti che da mesi stazionano, all’aperto e senza protezione, nei pressi dell’impianto Tmb. Rifiuti che è facile ipotizzare potranno solo aumentare durante le festività natalizie, dove le quantità di immondizia prodotte vengono raddoppiate. Migliorare la raccolta differenziata, insomma, resta l’unica strada percorribile a breve e medio termine.

«Tante sono le criticità e i ritardi nella raccolta differenziata che questi non sono più tollerabili e ammissibili – scrive in una nota il M5s – Dalla mancata attivazione degli altri tre step del porta a porta 2, alla mancata applicazione delle riduzioni per i cittadini virtuosi che conferiscono presso i ccr, ai centri di riuso, alla mancata approvazione del nuovo regolamento rifiuti e del regolamento sugli ispettori ambientali da parte del consiglio comunale. Riteniamo che sia assolutamente prioritario approvare il regolamento rifiuti urgentemente e lo ribadiremo in consiglio comunale, così come è necessario procedere a delle modifiche al regolamento Tari al fine di introdurre nuovi e più significativi incentivi per i cittadini virtuosi».

Da parte dell’amministrazione c’è da una parte un cauto ottimismo e dall’altra il reale pragmatismo. Il sindaco Leoluca Orlando sottolinea che «sia pure con un miglioramento inferiore alle attese, aumenta il dato sulla raccolta differenziata e siamo certi aumenterà ulteriormente nel 2019 grazie alle tante iniziative messe in campo. Resta il dato preoccupante sul fenomeno dell’abbandono degli ingombranti, sul quale abbiamo già segnalato e denunciato anomalie tali da far sospettare l’esistenza di un’organizzazione ben rodata. Infine non si può non sottolineare il dato, finalmente messo nero su bianco in modo ufficiale, che vede Palermo continua ad essere la quinta città, tra i capoluogo di Regione, con la tariffa Tari più bassa».

Per l’assessore all’Ambiente Giusto Catania il rapporto «evidenzia la necessità di una strategia nazionale sui rifiuti, perché le città non possono farsi carico in via esclusiva di una problematica cosi complessa, in particolare per le città del Mezzogiorno dove serve maggiore attenzione. L’aumento della produzione nazionale di rifiuti urbani rappresenta un campanello d’allarme. In Sicilia il dato sulla raccolta differenziata dimostra che serve immediatamente un grande investimento sugli impianti pubblici. La crescita palermitana del dato di raccolta differenziata (+ 3 per cento) non è consolante poiché siamo ancora lontani da standard accettabili. È necessario analizzare il dato con grande attenzione ed è evidente che a Palermo bisogna intervenire, oltre che sull’aumento della differenziata, soprattutto per ridurre la produzione di rifiuti poiché siamo oltre il dato pro-capite nazionale. Infatti, ogni cittadino palermitano produce circa 100 chilogrammi di rifiuti all’anno in più rispetto alla media nazionale».


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