Nonostante gli interventi che hanno interessato la traversa dell'Oasi, adesso in secca, la sopravvivenza ittica è ancora messa in discussione. Dopo l'ordinanza emessa dal sindaco Nino Naso, ci sono state le ispezioni da parte delle associazioni
La moria di pesci nel Simeto per mancanza di acqua Non è bastata l’apertura delle paratie di Ponte Barca
Si è rilevato un mezzo flop, se non del tutto, il tentativo di evitare gravi conseguenze alla fauna ittica del fiume Simeto che si trova nell’area dell’Oasi naturalistica di Ponte Barca. L’ultima mossa attuata era stata quella di aprire per 24 ore la paratie della Traversa di Ponte Barca con l’obiettivo di fare scendere a valle i pesci per evitarne la morte. In realtà, dal sopralluogo che è stato effettuato questa mattina, sono centinaia se non migliaia i pesci morti che giacciono nel tratto del fiume raccolto dentro le otto paratie presenti nell’invaso dell’Oasi. Nella zona in questione il fiume è pressochè asciutto. Tanto che, nei giorni scorsi, per scongiurare la moria della fauna ittica, si era tenuta una conferenza di servizi convocata dal dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti.
Al centro della riunione – alla quale hanno preso parte i rappresentanti della città metropolitana di Catania, le associazioni ambientaliste e animaliste Lipu, Wwf, Fipsas e Presidio Partecipativo del Patto del Fiume Simeto – c’era il tema del prosciugamento del Simeto. Durante la riunione era stata effettuata un’ispezione sull’acqua presente nella Traversa del Ponte Barca, dopo la quale si è appurato che non c’erano le condizioni per poter consentire la vivibilità della fauna ittica: questo ha spinto i partecipanti alla riunione, in particolare le associazioni animaliste e ambientaliste, di adottare un primo intervento che evitasse la moria della fauna ittica ancora presente nell’area. Da qui si è ritenuto che l’azione più utile per trovare una soluzione al problema era l’apertura della traversa e il conseguente rilascio della fauna ittica a valle: una scelta ritenuta più idonea per la salvaguardia della fauna ittica per evitarne la moria causata dalla mancanza della risorsa idrica e dell’ossigeno. In sostanza le paratoie della Traversa sarebbero state riaperte per 24 ore, necessarie al deflusso dei volumi idrici e della ittiofauna presente.
Da qui l’ordinanza contingibile e urgente emanata il dieci agosto da parte del sindaco di Paternò Nino Naso con la quale il primo cittadino onde evitare «l’incombente problema igienico sanitario che potrebbe nascere dalla ingente moria della fauna ittica» aveva ordinato all’ufficio competente dell’Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità di aprire le paratoie della Traversa, per il tempo massimo di 24 ore, così come «da parere dei tecnici regionali intervenuti, al fine del deflusso dei volumi idrici e della ittiofauna presente a valle». Paratie aperte mercoledì sera e richiuse 24 ore dopo.
Nel corso della riunione si è parlato del cattivo funzionamento delle guarnizioni di tenuta delle paratie, le quali sarebbero danneggiate. Da qui la necessità di intervenire quanto prima. Oggi è stato osservato che su otto paratie tre avevano delle consistenti perdite. Ma perche la Traversa è in secca. Diverse le ipotesi per cui la traversa è in secca. Tra queste c’è il progressivo prosciugamento della stessa a causa delle ridottissime portate provenienti dal Simeto e delle alte temperature atmosferiche rilevate negli ultimi giorni. Come afferma l’imprenditore agricolo e membrodel Presidio Partecipativo del Patto del Fiume Simeto Emanuele Feltri «bisogna coniugare anche le diverse esigenze degli agricoltori limitrofi, dei prelievi delle centrali idroelettriche, dei prelievi del consorzio regionale di bonifica, con la necessità non più procrastinabile di mantenere un livello minimo vitale del fiume». La traversa idraulica che dà origine all’Oasi è stata progettata per contenere un volume di acqua pari a 800mila metri cubi e adesso risulta in gran parte interrata: quindi bastano poche decine di migliaia di metri cubi di acqua per riempirla. Bastano cioè poche decine di centimetri di livello idrico per determinare condizioni ottimali per la fauna. Che al momento sembra in condizioni disastrose.