Cè chi ha un po di coraggio e difende le ragioni della protesta (pochi). E cè chi si trincera dietro lantimafia di maniera (tanti). Nel complesso, i politici siciliani scoprono più o meno 'svevianamente' di non conoscere e, soprattutto, di non capire la terra dove sono nati e dove vivono. La dimostrazione di una frattura netta e ormai insanabile tra i bisogni espressi in questi giorni di protesta dal popolo siciliano e una politica isolana sempre più miserabile e chiusa nei 'fortilizi' del clientelismo e nei giochi di 'palazzo'.
La mafia? Dietro la grande distribuzione
Cè chi ha un po di coraggio e difende le ragioni della protesta (pochi). E cè chi si trincera dietro lantimafia di maniera (tanti). Nel complesso, i politici siciliani scoprono più o meno ‘svevianamente’ di non conoscere e, soprattutto, di non capire la terra dove sono nati e dove vivono. La dimostrazione di una frattura netta e ormai insanabile tra i bisogni espressi in questi giorni di protesta dal popolo siciliano e una politica isolana sempre più miserabile e chiusa nei ‘fortilizi’ del clientelismo e nei giochi di ‘palazzo’.
A questa eletta schiera non si iscrive la capogruppo dellUdc per il Terzo polo allArs, Giulia Adamo, che invece, in una dichiarazione rilasciata allAnsa, dice pane a pane e vino a vino: “Pur condividendo le perplessità e i timori di Confindustria nei confronti di una possibile strumentalizzazione e infiltrazione della malavita organizzata all’interno della protesta – dice la Adamo – riteniamo che sia opportuno ricordare che il fenomeno ‘mafia’ non si nasconde dietro la piccola distribuzione, agricoltori o pescatori, bensì dietro grandi volumi. Dietro quella grande distribuzione che ha messo in ginocchio un intero tessuto produttivo nella nostra Isola”. Tiè!
Parole sacrosante, quelle di Giulia Adamo. Che aggiunge: Abbiamo di fronte lesasperazione di autotrasportatori, contadini, pescatori che hanno visto crollare la loro attività schiacciata da costi e da un sistema che sembra ignorarli. I motivi della protesta non possono lasciarci indifferenti, anche perché su molti campi la tanto vituperata Assemblea regionale siciliana ha fatto proposte concrete sulle quali, però, né il governo regionale, né il governo nazionale hanno sinora dato seguito e sulle quali siamo disposti a confrontarci anche con Confindustria.
La Sicilia è in ginocchio, si fermi il blocco dei Tir subito, altrimenti si passi alla precettazione, dice il presidente dei senatori dellUdc e coordinatore regionale del partito, Gianpiero D’Alia. Il nostro – aggiunge – è un appello al senso di responsabilità di tutte le parti in causa, perché non possiamo perdere un minuto in più. Di fronte allapertura di un dialogo da parte del governo nazionale si deve fare uno scatto: la Sicilia è alla paralisi, per cui se non si individua una soluzione in tempi le conseguenze potranno essere gravissime per i cittadini dellIsola e per la sua economia (e qui secondo noi D’Alia sbaglia, perché l’economia siciliana è alla paralisi: a paralizzarla ha pensato il governo regionale presieduto da Raffaele Lombardo, forse uno dei peggiori governi della storia dell’Autonomia siciliana).
Non sono condivisibili i metodi della protesta animata dai trasportatori e dagli agricoltori siciliani, ma sono comprensibili le ragioni del malessere dei rappresentanti di questi due settori che vedono aumentare gli impegni di natura economica a fronte di una crisi che è sempre più forte in Sicilia e nel meridione in genere”. Lo afferma Rudy Maira, segretario regionale dei Popolari di Italia di domani, capogruppo allArs e, soprattutto, inguaribile democristiano. Credo – aggiunge Maira – che con il governo nazionale si debba intraprendere unazione forte (come laceto?… ndr), così come abbiamo previsto in una mozione del Pid approvata allArs (onorevole Maira, non ce ne voglia, ma con le mozioni dellArs la gente non mangia… ndr).
Maira si sofferma sul riconoscimento delle quote di accise da riversare nelle casse regionali con parametri precisi: La Sicilia – precisa il segretario regionale del Pid – raffina oltre 50 milioni di tonnellate di greggio allanno pari al 74% del totale del carburante consumato in Italia. Il governo Monti deve decidersi a dare applicazione allarticolo 37 dello Statuto.
Intanto la protesta dilaga. Gli autotrasportatori – informa sempre una nota dellAnsa – hanno bloccato quasi completamente la rotonda Giunone, nella Valle dei Templi di Agrigento (proprio ad Agrigento, oggi, è prevista una grande manifestazione degli studenti). I tir sono stati parcheggiati sul ciglio della strada e il traffico, proveniente dalla statale 640 e dalla Panoramica dei Templi, viene deviato verso la statale 115 direzione Porto Empedocle. Il blocco è presidiato da Polizia e Carabinieri. Nei supermercati dellAgrigentino, soprattutto in quelli dellentroterra, è finita l’acqua minerale.
Dopo quattro giorni di blocco dei Tir è emergenza rifiuti in provincia di Ragusa. Diversi autocompattatori sono rimasti bloccati e le strade di Vittoria, Comiso, Modica, Pozzallo, Ispica e Scicli sono piene di rifiuti. In via del tutto eccezionale il presidente del collegio dei liquidatori dellAto Ambiente di Ragusa ha autorizzato il conferimento dei rifiuti provenienti dalla maggioranza dei comuni iblei a conferire a Cava dei Modicani, unica discarica aperta della provincia di Ragusa. La situazione più pesante è a Vittoria dove lagenzia di igiene urbana non ha potuto raccogliere la spazzatura perché i propri compattatori sono stati bloccati a Gela prima del conferimento in discarica.
Sembra incredibile, ma anche il Pd siciliano comincia ad accorgersi che il popolo siciliano protesta. Le cronache registrano addrittura una dichiarazione del capogruppo allArs di questo partito, Antonello Cracolici, che, messe momentaneamente da parte le pastette che insieme con il suo degno compare Giuseppe Lumia combina nei gabinetti dei vari assessorati regionali, si ricorda che, in Sicilia, ci sono anche i pescatori ridotti alla fame.
La nostra marineria, in particolare quella della pesca artigianale – ci informa Cracolici – vive una situazione di crisi aggravata da problemi specifici e particolari: la Sicilia deve fare sentire di più e meglio la propria voce al tavolo nazionale ed a quello della Comunità europea.
Meraviglioso: e Cracolici, fino ad ora, dov’è stato? Sulla luna? Cosa ha fatto, in questi tre anni di mal governo Lombardo il Pd di Cracolici che allo stesso Lombardo e ai suoi sporchi giochi di potere ha tenuto bordone? Dove sono, in tre anni, i provvedimenti della pesca in favore dei pescatori siciliani?
La pesca in Sicilia ha un valore economico, ma anche sociale e culturale – ci informa sempre Cracolici -. Capisco la rabbia dei pescatori e capisco che trovino proprio nella Regione linterlocutore più vicino, ma la maggior parte delle vertenze riguarda il livello nazionale e comunitario. Il Pd – ha concluso Cracolici – sosterrà ogni iniziativa utile alla pesca siciliana, che deve tornare ad essere un volano della nostra economia.
Nota a margine
Lonorevole Cracolici, come gli capita spesso quando affronta argomenti che non conosce, è disinformato. Evidentemente, non sa che la Regione siciliana tiene aperto, da anni, un ufficio a Bruxelles che si dovrebbe occupare proprio di questo: e cioè far valere le ragioni della Sicilia in Europa. Si chiama attività di lobbing e viene esercitata da tutte le regioni dEuropa. Alcune ottengono grandi risultati senza tenere aperti costosi e inutili uffici di rappresentanza a Bruxelles. Limportante è affidare questo compito a persone competenti e non a sodali di partito. Governare una regione di 5 milioni di abitanti significa anche questo. E il Pd, che appoggia il governo Lombardo, queste cose le dovrebbe sapere.