LA LETTERA/ “Io, insegnate in pensione che non arrivo più alla fine del mese”

UNA PROFESSORESSA PENSIONATA CHE VIVE A PALERMO CI RACCONTA CHE, PER IL SECONDO ANNO CONSECUTIVO, TRA BOLLETTE DI ACQUA E LUCE, TARSU, TARES, IMU E ALTRE TASSE NON E’ RIUSCITA A FARE I REGALI DI NATALE AI SUOI FIGLI E ALLE SUE SORELLE. E AGGIUNGE CHE, A GENNAIO, PER L’ARRIVO DI ALTRE TASSE, NON COMPRERA’, O RIDURRA’, L’ACQUISTO DEI VESTITI. I VERI PROBLEMI DEI CITTADINI COMUNI SONO QUESTI

Egregio direttore,
sono una pensionata. Non mi firmo perché ormai ho paura a vivere in Italia, Paese dove sono nata, dove ho lavorato per oltre quarant’anni, ma che non riconosco più. Sono un insegnante di Lettere in pensione. Vivo a Palermo. Una città che peggiora di giorno in giorno.
Nel quartiere in cui abito la sporcizia – parlo dell’immondizia non raccolta – non ci dà tregua. Nell’ultimo mese ho contato ben due incendi di rifiuti. Così, all’odore nauseabondo si è aggiunto anche il fumo. Una vergogna!
Ma non è solo di questo che intendo parlarle. Ieri sera, con mia figlia e mio genero – anche loro docenti di scuole superiori – abbiamo fatto quattro conti. Loro riusciranno a superare indenni gennaio perché a casa portano, bene o male, due stipendi. Io non ce la farò.
Tra Imu, Tarsu, Tares e altre imposte e tasse a dicembre mi sono svenata. Lei non ci crederà, ma sono riuscita a malapena a fare i regalini – regalini e non regali – ai miei tre nipoti. Non sono riuscita a fare i regali – come ho sempre fatto ogni anno, a Natale – a mia figlia, a mio genero e alle mie sorelle. Per non parlare dei vestiti che a gennaio, di solito, acquisto per me, ai quali dovrò in larga parte rinunciare per il secondo anno consecutivo.
Ecco l’argomento: a gennaio mi aspettano altre tasse comunali e nazionali: acconti e altre cose ancora. Mi ha spiegato tutto mio genero, che è ingegnere e insegna perché non è mai riuscito a fare la professione libera. Ho fatto quattro conti, dicevo, e ho scoperto che, anche questo mese di gennaio, tra affitto, energia elettrica, acqua e tasse non riuscirò a mettere un euro da parte.
Stesso scenario per mia figlia e mio genero ai quali hanno ridotto lo stipendio di circa 150 euro a testa. Una cosa incredibile! Anche loro massacrati dalle tasse e dal mutuo che pagano. E con gli stipendi tagliati.
Non crede che sia giunto il momento di scendere in piazza? All’inizio, quando, prima di Natale, ho visto i servizi in tv dei Forconi nazionali – del Veneto, del Piemonte e credo del Lazio – mi sono un po’ spaventata. Poi dicevano che dietro c’erano i fascisti. Poi ho approfondito la questione, leggendo i post del Movimento 9 dicembre e anche gli articoli del vostro giornale e ho capito che la gente che è scesa in piazza in tante Regioni italiane ha ragione. E che questa storia dei fascisti è un imbroglio del Governo nazionale. 
Ieri ho letto il vostro articolo. Ho letto che scenderanno in piazza dopo il 20 gennaio, se il Governo Letta-Alfano-Bilderberg, como lo chiamate voi, non darà risposte. Fanno bene a scendere in piazza. Hanno ragione da vendere. Perché l’Italia è ridotta alla fame.
Leggo e apprezzo il vostro giornale perché scrivete che la responsabilità di tutto questo è in parte dovuta all’Italia e, in parte – in massima parte – a un’Unione europea che, giustamente, voi definite fallimentare.
Io mi auguro che, dopo il 20 di gennaio, la gente, quanta più gente possibile, scenda in piazza, anche in Sicilia, per dire no a questo Governo nazionale e a un’Unione europea di ladri.
Sa quando mi sono convinta che voi di LinkSicilia avete ragione da vendere a criticare il Governo del nostro Paese e l’Unione europea? Quando ho visto in Tv, poco prima di Natale, il capo del Governo del nostro Paese, Letta, e il Ministro Alfano che dicevano di aver ridotto le tasse.
Mentre affermavano questo io era alle prese con i pagamenti delle tasse di tutti i tipi. Ebbene, mentre prendevo atto che, anche per questo Natale, non avrei potuto fare i regali a mia figlia, a mio genero e alle mie sorelle, Letta e Alfano affermavano che aver ridotto le tasse. Che sfacciataggine!
Egregio direttore, questi sono i problemi del nostro Paese. Non il vice Ministro Fassina che si dimette!
La verità è che io non avrei mai pensato che, da pensionata, non sarei arrivata alla fine del mese. Non perché spendo male i mie soldi, ma per le tasse da pagare. Eppure è quello che sta succedendo. Incredibile. Ed è ancora più incredibile che chi denuncia questo stato di cose – come i Forconi – venga criminalizzato e preso per fascista.
E io sono pensionata. Come faranno a vivere i piccoli imprenditori che debbono guadagnarsi la vita ogni giorno? Come faranno i piccoli artigiani? I piccoli commercianti? I piccoli agricoltori? Moriranno tutti? Io mi auguro che si ribellino.
Avere ragione voi: dobbiamo uscire subito dall’euro. Voglio, da cittadina, un referendum sull’euro. Questo sistema è sbagliato. Da quando il nostro Paese è entrato nell’euro siamo andati indietro. Sempre più indietro.
Sulla rete, da giorni, circola un post. C’è la foto di Romano Prodi. Che diceva che l’euro avrebbe portato ricchezza all’Italia! Che avremmo addirittura lavorato meno! Accanto c’era un politico inglese che diceva l’esatto contrario. L’Inghilterra non è entrata nell’euro e si è salvata. Noi siamo entrati nell’euro e ci siamo rovinati. E io, per ben due volte, ho votato Prodi. Quanto sono stata stupida!
Mi auguro che il movimento che tornerà in piazza dopo il 20 gennaio si faccia carico anche di un desiderio che, ormai, in Italia vede d’accordo la maggioranza degl’italiani. Fuori dall’euro, fuori da quest’Europa di ladri!

Egregia signora,
ci scriva quando vuole e non si firmi: noi delle legge regionale dell’editoria che premia i paraculo del potere ce ne stiamo fregando.
Lei ha ragione. Ragione da vendere. L’Italia è diventata invivibile. I veri problemi sono questi: quelli della gente che ha lavorato tutta la vita e che, da pensionata, non arriva più alla fine del mese. E anche quelli dei piccoli imprenditori – agricoltori, artigiani, commercianti, autotrasportatori, pescatori – che vengono massacrati dal Fisco.
Un nostro collaboratore che vive Milano – e che ogni tanto scrive per noi – lo dice da quasi due anni: bisogna uscire dall’euro. Quando l’ha scritto per la prima volta su LinkSicilia, nell’inverno del 2012, abbiamo pubblicato l’articolo, ma gli ho telefonato e l’ho perso per matto. Oggi sono totalmente d’accordo con lui.
Quanto ai Forconi – o meglio, al Movimento 9 dicembre di altre Regioni italiane, perché i Forconi, in Sicilia, sono scomparsi, non contano più nulla, hanno persino paura a scendere in piazza – hanno ragione da vendere. Siamo stati tra i pochi giornali – e Lei ce ne dà atto e ci fa piacere – a scrivere che questa storia dei fascisti è il modo del Governo nazionale per cercare di distruggere questo Movimento.
In parte i fascistoni, che sono dei mezzi falliti, cercano di intrufolarsi nel Movimento. In parte è lo stesso Governo nazionale e i manutengoli dell’Europa della finanza e delle banche che li infiltra per mettere in cattiva luce il Movimento del 9 dicembre agli occhi della gente.
Ma le persone, in Italia, hanno capito il raggiro. Dopo il 20 gennaio, fascisti o non fascisti, il Movimento tornerà in piazza e, forse, si sveglieranno anche i Forconi siciliani. O almeno così speriamo. 
Lei ha ragione su tutta la linea. Anche sullo stipendio tagliato a sua figlia e a suo genero. La nostra amica Mila Spicola, docente delle scuole e componente della direzione nazionale del PD, sta conducendo una battaglia contro il taglio di 150 euro ai docenti.
Comunque complimenti per la lettera. Lei ha affrontato i problemi veri: quei problemi che il Governo e la politica italiana – con l’eccezione del Movimento 5 Stelle – non riesce a comprendere.


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