Giuseppe Gelsomino, l’ex consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Sarà Pettinato e Francesca Ricotta. Sono i tre nomi con cui Prima l’Italia ha presentato il proprio gruppo consiliare a Palazzo degli Elefanti. In una sala Coppola priva di aria condizionata si è riunito per l’occasione tutto lo stato maggiore del partito di Matteo Salvini in Sicilia. Dal deputato Luca Sammartino, passando per la senatrice Valeria Sudano e per il nuovo coordinatore provinciale Fabio Cantarella. Grande assente, invece, l’ex assessore alla Polizia municipale Alessandro Porto. «Sono presenti soltanto coloro che hanno ruoli nel partito», è la replica di Sudano. Ma basta guardare le poche sedie rimaste vuote in sala per capire come quella di Porto sia qualcosa in più di una semplice assenza.
Il nuovo gruppo presto potrebbe ulteriormente allargarsi. Di certo c’è che si collocherà all’opposizione rispetto alla giunta guidata dal sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi. Per quest’ultimo non mancano accuse e stoccate. Stesso discorso per il presidente della Regione Nello Musumeci riguardo l’eventuale ricandidatura. «Catania è un disastro ma si paga anche una cattiva gestione dei rifiuti a livello regionale – spiega Sammartino ai giornalisti – Prima l’Italia nasce con lo spirito di volere amministrare e portare un modello di governo che si è formato negli anni. Alla Regione il centrodestra può andare unito trovando insieme un buon candidato».
Gli esponenti della Lega sottolineano a più riprese il risultato delle ultime Amministrative a Palermo e Messina. Nel primo caso a sostegno del sindaco eletto Roberto Lagalla mentre nella città peloritana insieme a Federico Basile, in un contesto in cui il centrodestra si è presentato spaccato candidando Maurizio Croce. Tuttavia a Palermo la lista di Prima l’Italia è arrivata quarta dietro Forza Italia, Fratelli d’Italia e alla Nuova Dc di Totò Cuffaro. Tra chi è rimasto scottato dalle urne c’è sicuramente Igor Gelarda, ex consigliere e capolista di Prima l’Italia non eletto a palazzo delle Aquile. A Messina il Carroccio ha raccolto il 5,4 per cento a fronte dell’8,8 per cento di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni si era però schierato a sostegno di Croce.
Insieme ai consiglieri etnei anche il sindaco di Motta Sant’Anastasia e vicesegretario della Lega Anastasio Carrà, il sindaco di Furci Siculo e responsabile Enti locali Matteo Francilla e Fabio Cantarella, ex assessore ai Rifiuti a Catania e coordinatore provinciale. Tra il pubblico l’ex presidente di municipalità Lorenzo Leone, l’ex consigliera comunale Erika Marco, l’ex presidente di Amt Puccio La Rosa, Sonia Grasso e Pippo Scalia, ex dirigente del Comune di Catania.
«Qualche settimana fa ci hanno proposto di rientrare in giunta – spiega Sudano – ma abbiamo declinato perché c’è un vicesindaco non eletto ma anche perché siamo in una fase di chiusura di un’amministrazione. Un rimpasto doveva essere pensato valutando dei temi su cui rilanciare la città e non basato su un poltronificio per aumentare il consenso elettorale». All’orizzonte non ci sono solo le Regionali ma anche le Amministrative a Catania del 2023. Proprio Sudano viene data come possibile candidata a sindaca. «Ancora – chiosa la diretta interessata – è prematuro parlarne».
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