Ad attirare l'attenzione, sebbene sia rimasto con discrezione in fondo alla sala, è l'ex candidato sindaco del Movimento 5 stelle. Che si chiude nella stanza del presidente del Consiglio comunale assieme a Stefano Candiani, Anastasio Carrà e Fabio Cantarella
La Lega di Catania si «fidanza» con i consiglieri etnei Dopo Messina, Giovanni Grasso pronto a fare il salto
Libertà di pensiero e indipendenza. La notizia non è (più) che il consigliere comunale ex Diventerà Bellissima Alessandro Messina sia passato alla Lega, ma che l’ex candidato sindaco del Movimento 5 stelle Giovanni Grasso ci stia facendo più di un pensierino. Anzi, che sia alla fase delle interlocuzioni avanzate, al punto di potere fare richieste. Nella stanza del presidente del Consiglio comunale Giuseppe Castiglione, del resto, si chiudono in cinque: il coordinatore della Lega in Sicilia Stefano Candiani, il commissario provinciale Anastasio Carrà, l’assessore ai Rifiuti Fabio Cantarella, lo stesso presidente del Consiglio Castiglione e proprio lui, Giovanni Grasso. Lo scenario è quello della giornata filo-padana di Palazzo degli elefanti, l’approdo del Carroccio al senato cittadino, ma soprattutto il ritorno di Candiani nei corridoi del municipio catanese. Gli stessi luoghi a lungo frequentati quando c’era da fare approvare il Salva Catania per risparmiare al capoluogo etneo un dissesto fatto di tagli, stipendi in ritardo e problemi sociali.
Quando Candiani arriva in piazza Duomo sono da poco passate le 11. Il sole primaverile illumina la corte in attesa di fronte al portone principale del Comune. La longa manus di Salvini in Sicilia saluta tutti e sorride, guardando gli stendardi color porpora dedicati a Sant’Agata: «Vedo che è stata fatta bardare la piazza in tuo onore, A di Anastasio. Molto bene». Ridono tutti. Il consigliere comunale neo-leghista, unico senza la spilletta di Alberto Da Giussano appuntata al bavero della giacca (il rito si consumerà solo a favore di telecamera, al termine della conferenza stampa che di lì a poco inizierà), interviene: «O forse per Alessandro?». Il clima è conviviale, la scelta del percorso all’interno del Palazzo comunale è strategica.
Ingresso nel chiostro, poi a sinistra verso lo scalone monumentale. Al termine dei gradini, c’è già una grande confusione: due incontri pubblici, in tempi ravvicinatissimi, in sala giunta garantivano la folla. Arriva Candiani ed esce a stringergli la mano il sindaco Salvo Pogliese. Un saluto, un abbraccio. «Ci vediamo dopo per l’aperitivo?», domanda Pogliese. Risposta affermativa. A seguire, i ringraziamenti per l’emendamento che ha fatto piovere milioni di euro sull’amministrazione in tempi di default e casse in rosso. «Ha brillato una sola, buona stella su questa città», ride l’ex sottosegretario al ministero dell’Interno. Il riferimento, neanche a dirlo, è al Movimento 5 stelle. Gli ex alleati di governo, prima l’uno e poi l’altro, provano a tirare dalla propria parte il merito di un salvataggio talmente ricco che neanche l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi era riuscito a fare di meglio (quando primo cittadino era il suo farmacista Umberto Scapagnini).
La sala Coppola, dove si terrà l’incontro aperto ai giornalisti, è poco distante. Il corteo di leghisti catanesi è numeroso. Ci sono Alessandro e Piero Lipera, uno commissario cittadino della Lega a trazione salviniana, l’altro assessore comunale a Motta Sant’Anastasia; c’è il deputato regionale Giovanni Bulla; c’è il presidente del sesto municipio Alfio Allegra; ci sono i due consiglieri di municipio (rispettivamente il secondo e il terzo) Davide Maraffino e Diego Strano, appena passati al nuovo leghismo partendo dal Movimento 5 stelle; c’è l’ex candidato sindaco di Maletto Antonio Mazzeo. E poi il protagonista: Alessandro Messina, ex Diventerà bellissima, ex Catania futura, ex Tutti per Catania (con Raffaele Stancanelli sindaco). «So bene come funziona la compravendita di consiglieri nei partiti – dice lui – Ma questa è una cosa diversa: io ho praticamente fatto dei colloqui per entrare nella Lega. Guardatemi in faccia: non mi posso vendere. L’unico prezzo con cui la Lega mi ha comprato è stato l’impegno per i cittadini». «Nel giorno di San Valentino, ci siamo fidanzati», ironizza Cantarella.
Stefano Candiani promette grandi cose. Il processo a carico di Matteo Salvini per il sequestro delle persone sulla nave Gregoretti si terrà negli uffici di piazza Verga. «Salvini sarà presto a Catania – annuncia Candiani – e non per andare in tribunale. Sarà qui per continuare a fare quello che sta facendo, per parlare con i cittadini e ascoltare le loro richieste. Tra un po’ andrò a Siracusa a parlare con gli agricoltori: bisogna parlare del dramma dei furti nei campi, arance e non solo, a cui sono seguiti anche fatti di cronaca nera». Il leader del Carroccio seguirà. Pista aperta dal suo uomo nell’Isola, «ormai più qui che al Nord – ammicca Carrà – Gli daremo la cittadinanza onoraria: ovviamente, a Motta Sant’Anastasia».