La ‘geniale’ accoppiata Renzi-Padoan vuole eliminare gli scontrini fiscali già eliminati nel 2004!

CERTO CHE SONO VERAMENTE BRAVI IL CAPO DEL GOVERNO E IL SUO MINISTRO DELL’ECONOMIA. NON CONOSCONO NEMMENO LA STORIA DEGLI ULTIMI ANNI DEL NOSTRO PAESE. L’UNICA, VERA NOVITA’ DI QUESTI DUE SIGNORI SARA’ IL PROSSIMO AUMENTO DELL’IVA. COME AL SOLITO, NUOVE TASSE CHE CREERANNO NUOVA RECESSIONE ECONOMICA

Ieri è stata pubblicata su molti giornali la notizia che il governo Renzi avrebbe pensato di eliminare lo scontrino. Il motivo “ufficiale” sarebbe quello di eliminare o, almeno, di ridurre l’evasione fiscale.

In realtà, a ben vedere, sono ormai molti anni che i governi che si succedono dicono di voler combattere l’evasione fiscale e, per farlo, propongono soluzioni “innovative”. Dopo i tentativi, peraltro inutili, del governo Berlusconi (l’evasione fiscale durante il suo mandato ha continuato a crescere anno dopo anno), è stato Monti a presentarsi come paladino della correttezza.

Alzi la mano chi non ricorda il clamore mediatico che suscitarono le ispezioni della Guardia di Finanza durante il suo mandato nei luoghi più “in”, da Milano a Cortina. E per dimostrare il proprio impegno impose agli italiani di limitare l’utilizzo del contante a mille 1000 Euro. Introdusse anche un sistema di controllo chiamato “spesometro”.

Tutti questi strumenti non servirono a niente. Così come non migliorò la situazione grazie all’adozione del sistema informatico “Serpico” (che avrebbe dovuto eseguire controlli incrociati per scovare chi conduceva uno stile di vita al disopra delle proprie possibilità), né l’abolizione del segreto bancario né misure di indagine alquanto dubbie sulle entrate dei cittadini (peraltro criticate anche dal Garante della Privacy). Fu tutto inutile. Durante il mandato del Professore, l’evasione fiscale e il sommerso hanno continuato a crescere.

Poi fu la volta di Letta che, nel tentativo di far tornare in Italia almeno una parte dei soldi evasi e portati all’estero, basò la sua strategia su due parole: “autodenuncia” e “depenalizzazione”, ovvero cancellazione delle sanzioni penali per chi aveva portato i propri soldi all’estero. Ancora una volta i risultati furono deludenti e l’evasione ha continuato ad aumentare.

Ora pare è il turno del “nuovo che avanza” a proporre “nuove” strategie per contrastare l’evasione fiscale. E lui, per bocca del suo ministro Padoan, ha detto che, dopo un’attenta analisi (ma lo si sapeva già da molto tempo!), il “governo del fare” ha deciso di recuperare almeno una parte dei 91 miliardi di Euro (circa il 7% del Pil) che mancano alle ‘casse’ dello Stato.

Il nuovo governo (come del resto tutti i governi precedenti) ha dichiarato guerra all’evasione fiscale. E, per farlo ha detto, di aver pensato ad un sistema “nuovo”. Il ministro Padoan ha detto che “per favorire l’aumento della tax compliance [usare termini inglesi fa sempre “professional”, n.d.r.] occorrono: una sinergia operativa delle diverse anime dell’Amministrazione Fiscale; l’utilizzo sinergico delle banche dati; la diffusione degli strumenti di pagamento tracciabili, della fatturazione elettronica, della trasmissione telematica dei corrispettivi; una maggiore educazione fiscale”.

In altre parole, né più né meno quello che hanno fatto i precedenti governi (e che ha sortito ben pochi effetti).

Ma forse il vero problema è che chi gestisce la comunicazione di chi sta al governo si è reso conto che continuare a fare promesse senza attuarle (unica eccezione i famosi 80 Euro e con i problemi che tutti sanno) alla lunga non paga. Si corre il rischio che la gente alla fine si renda conto che il “nuovo che avanza” in realtà non è affatto nuovo anzi che potrebbe essere peggio del passato. E allora è necessario rilanciare e rilanciare sempre anche quando per farlo si rischia di fare gaffe paurose.

Gaffe come quella dei nuovi strumenti per la lotta all’evasione. Sì, perché, nel tentativo di proporre qualcosa di “nuovo”, l’ultima proposta del governo del “fare” è quella di fare una nuova “sanatoria” per i capitali all’estero. Niente di nuovo, quindi, ma solo uno strumento vecchio e peraltro poco efficace come hanno dimostrato i governi precedenti.

O come quella di eliminare gli scontrini fiscali. Forse il “nuovo che avanza” non sa che è dal 2004 che molti soggetti possono non emettere scontrino fiscale (chi avesse qualche dubbio vada a fare la spesa in un supermercato e legga cosa è riportato nel pezzetto di carta che riceverà alla cassa: troverà scritto SCONTRINO NON FISCALE). In base a quanto previsto dalla legge n. 311 del 2004, supermercati, grandi magazzini e una serie di altri negozianti possono optare per la trasmissione telematica all’Agenzia delle entrate della somma complessiva degli incassi giornalieri. È dal 2004 (UN DECENNIO) che i maggiori “venditori”non emettono uno “scontrino fiscale”…

Senza parlare delle transazioni tramite internet che avvengono quasi sempre e già da molto tempo senza scontrino.

Gli esperti della materia sanno bene che (come dimostra la cosiddetta curva di Laffer) una pressione fiscale troppo alta genera deficit pubblico, perché induce il contribuente all’evasione. È la recessione creata dalle misure fiscali eccessivamente pesanti che ha generato una “evasione di sopravvivenza” non giustificabile, ma facilmente comprensibile. Per risolvere il problema basterebbe ridurre il carico fiscale e favorire il commercio. Ovvero esattamente l’opposto di quello che ha fatto il governo fino ad ora, imponendo norme sempre più difficili da rispettare per i piccoli imprenditori e una politica di maggiorazione del carico fiscale e di taglio degli incentivi.

Aumentare le tasse in un periodo di economia florida può servire a qualcosa, farlo in un momento di crisi genera nuova recessione. E, infatti, cosa hanno fatto tutti gli ultimi governi? Hanno aumentato tasse e imposte. E cosa ha deciso di fare il governo del “nuovo che avanza”? Qualcosa di nuovo: ha preannunciato che a breve l’IVA potrebbe subire un ulteriore aumento…

 

 

 

 


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